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PIANETA TORO

Dall'Argentina all'Olimpico: i tifosi del River Plate allo stadio per omaggiare gli Invincibili

Tra il pubblico di Toro-Venezia anche un gruppo di tifosi dal Sud America

Le storie che si intrecciano con il Grande Torino - perito 76 anni fa in un tragico incidente aereo a Superga - sono sempre tra le più affascinanti. Come quella che lega i colori granata a quelli del River Plate. Un rapporto, quello tra le due società, "di eterna amistad", di "eterna amicizia". A rappresentare questo legame, e ancora una volta a rinforzarlo, un gruppo di tifosi argentini del mitico River che non sono voluti mancare allo stadio questa sera per assistere a Torino-Venezia, altra storia affascinante quella che lega i granata ai lagunari, visto che proprio dall'ossatura degli arancioneroverdi - Mazzola, Loik e Ballarin - nacque il mito del Grande Torino.

Ritornando al gruppo di tifosi del River Plate, da dove nasce l’eterna amicizia? Nacque dalla sensibilità del presidente di allora del club argentino Antonio Vespucio Liberti - argentino di nascita, ma figlio di due italianissimi emigranti di Genova -, che in quegli anni presiedeva il club considerato da molti la seconda squadra più forte del mondo, proprio alle spalle della squadra capitanata da Valentino Mazzola, una squadra che però i sudamericani non avevano mai affrontato. Per questo la decisione di voler omaggiare simbolicamente la scomparsa con un gesto di estrema fratellanza, con un’amichevole organizzata a tre settimane dalla tragedia di Superga


Gli argentini volarono partirono da Buenos Aires il 23 maggio e dopo 34 ore di volo e tre scali a Rio de Janeiro, Dakar e Lisbona atterrarono all'aeroporto di Roma, dal quale - il giorno seguente - partirono poi alla volta del capoluogo piemontese. Il 25 maggio - data particolare, giorno della fondazione del club di Buenos Aires - il River Plate si recò prima in visita al Colle di Superga e poi fuori dallo stadio Comunale, dove venne issata una lapide portata per l'occasione direttamente dal Sud America. L'amichevole tra le due formazioni non venne disputata nell'allora casa del Grande Torino, il Filadelfia, bensì allo stadio Comunale. Dietro questa scelta ragioni di merca natura economica, parte del ricavato, infatti, dei biglietti sarebbe andato alle famiglie delle vittime e i 40mila del Comunale - capienza di allora - avrebbero garantito entrate maggiori (si parla di circa 20 milioni di lire) rispetto ai 9mila del Filadelfia. Un gesto di solidarietà - i calciatori di allora non erano ricchi come adesso, l'unico modo per cui potevano aiutarsi a vicenda era quello di organizzare dell'amichevoli come era successo al Toro con il Benfica - che ancora oggi è simbolo di eterna amicizia e gratitudine tra le due tifoserie e tra i due club.

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