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"Mamma è Gesù bambino?": no è il piccolo Trump visto da Jago

Ecco "Donald", la scultura in mostra al Valentino che fa impazzire i torinesi

Il piccolo "Donald" sta lì, seduto sul suo seggiolone di legno massiccio proveniente dalla Russia, e questa non può essere una coincidenza, e, con la testa piegata in avanti e gli occhi fissi sui suoi Lego, gioca. Sì, proprio come se fosse un bebè qualsiasi. Ma lui un bebè qualsiasi non lo è.

E' l'allora ex presidente degli Stati Uniti d'America - oggi rieletto - così come nel 2018 lo vedeva Jago, lo scultore laziale classe 1987, una delle menti più apprezzate a livello internazionale le cui opere hanno già fatto il giro del mondo oltre a essere state scelte nel 2011 per il Padiglione Italia della 54a edizione della Biennale d’Arte di Venezia.

E' lui, il piccolo "Donald", una delle opere più ammirate della mostra in corso alla Promotrice delle Belle Arti del Valentino dal titolo "Banksy&Friends", è lui che attira l'attenzione dei curiosi molti dei quali ignari del vero significato di quella splendida scultura 45X45X110 in marmo Danby con i capelli rossi realizzati in bronzo. "I bambini all'inizio chiedono ai genitori se sia Gesù Bambino - spiegano hostess e stuart -. Tanti visitatori, invece, conoscono bene la scultura e vengono apposta per ammirarla". 

E lui se ne sta lì, con i chiletti di troppo e le mani grasse a potenziare quello che molto probabilmente rappresenta il muro che divide Stati Uniti dal Messico facendo di "Donald" non una bambino angelico come all'apparenza può sembrare ma il controverso leader americano versione bebè.

Chi è Jago

E' un artista italiano che opera nel campo della scultura. Nasce a Frosinone (Italia) nel 1987, dove ha frequentato il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle Arti (lasciata nel 2010).

La sua ricerca artistica fonda le radici nelle tecniche tradizionali. Jago utilizza il marmo come materiale nobile, ma tratta temi fondamentali dell’epoca che abita, instaurando un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo di video e dei social network, per condividere il processo produttivo.

All’età di 24 anni, su presentazione di Maria Teresa Benedetti, è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, esponendo il busto in marmo di Papa Benedetto XVI (2009) che gli è valso la Medaglia Pontificia. La scultura giovanile è stata poi rielaborata nel 2016, prendendo il nome di Habemus Hominem e divenendo uno dei suoi lavori più noti.

Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella Capitale, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America. È stato professore ospite alla New York Academy of Art, dove ha tenuto una masterclass e diverse lezioni nel 2018.

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