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Cucina

Il fritto misto alla piemontese: tradizione e innovazione di un piatto unico

Il celebre piatto della tradizione piemontese, storia e varietà di una ricetta tipicamente conviviale

Numerose regioni italiane custodiscono una propria "formula" quando si tratta di fritto misto. Oltre alla celebre versione a base di pesce, esistono interessanti varianti di terra e, tra queste, spicca per distacco il celebre fritto misto alla piemontese: il più ricco, che secondo la tradizione dovrebbe comprendere ben diciotto portate, sia salate che dolci. È una pietanza tradizionalmente conviviale, tipica dei mesi più freddi dell'autunno e dell'inverno, ma oggi reperibile durante tutto l'anno, ad eccezione dei mesi estivi più caldi.

In passato, quando era comune macellare gli animali in casa, gli scarti e le parti meno pregiate venivano trasformati in una ricetta gustosa e ideale per momenti conviviali. Essendo una pietanza di recupero, preparata in ambito domestico, il fritto misto alla piemontese variava ogni volta, a seconda degli ingredienti disponibili in quel determinato momento. Tra le componenti principali figuravano fettine di polpa e fegato di vitello, salsicce di maiale, costine di agnello prive di osso, semolino, amaretti, mele e verdure come carciofi, finocchi e zucchine. Tuttavia, tra i vari tagli di carne, elementi come le cervella, il fegato e le animelle erano imprescindibili. A queste si aggiungevano ortaggi o frutta, come le mele, e infine amaretti e semolino. Tutto veniva naturalmente impanato e fritto.

Negli anni, la composizione del fritto misto è stata ampliata notevolmente. Oggi, il fritto misto alla piemontese può includere fino a trenta pezzi, combinando diverse carni, pesci d'acqua dolce, frutta, verdura e dolci, trasformandosi così in un autentico piatto unico, molto diverso dall'antipasto ideato con "l'ottica del recupero" che ne ha contraddistinto l'origine.

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