l'editoriale
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16 Settembre 2021 - 12:23
Nella giornata di ieri, gli agenti della Digos della Questura di Torino, in collaborazione con il Compartimento della Polizia Postale del Piemonte, hanno eseguito quattro perquisizioni delegate dalla Procura nei confronti di G.D. (di 57 anni, addetto alla vigilanza privata, ex esponente di movimenti di estrema destra cittadini), B.I. e C. L. (rispettivamente di 37 e 46 anni, dipendenti presso società di lavorazioni meccaniche) e M.S. (di 62 anni, pensionato), tutti residenti nella provincia di Torino e indagati per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Nel corso delle perquisizioni, oltre a diversi supporti elettronici, sono stati sequestrati numerosi indumenti, fibbie, elmetti, berretti, foulard, bandiere, medaglie, crest, timbri, distintivi, adesivi, fotografie manifesti e quadri con simbologie nazi-fasciste nonché una carabina ad aria compressa (con potenza superiore a 7,5 joule e pertanto classificata arma comune da sparo) e un machete illegalmente detenuti. Durante la perquisizione informatica del computer di G.D. è stato rinvenuto anche materiale pedopornografico. L’attività rappresenta la seconda tranche di un’indagine già avviata dalla Digos di Torino nell’inverno 2020 – su input della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione - e coordinata dal Sostituto Procuratore dr.ssa Elisa Pazé nei confronti di altri due militanti d’area, R.K.L. (di 43 anni, agente di vigilanza privata) e C.M. (di 39 anni, guardia particolare giurata), deferiti anche loro ex art 604 bis c.p. per aver pubblicato sui loro profili Facebook immagini e frasi dal contenuto nazista, razzista e antisemita. Dall’analisi poi dei contenuti multimediali dei supporti informatici sequestrati durante la perquisizione eseguita il 4 dicembre 2020 nelle abitazioni dei primi due indagati, sono state rilevate anche diverse chat su Telegram e Whatsapp dove gli internauti comunicavano fra loro sempre inneggiando al nazismo, al razzismo e all’antisemitismo. Anche nel corso delle due predette perquisizioni veniva sequestrato diverso materiale d’area (libri, bandiere e oggetti vari riproducenti simboli nazisti), un coltello a serramanico, un tirapugni con lama, due taser, un pugnale e un manganello telescopico. All’esito dell’analisi forense di tutto il materiale informatico sequestrato a R.K.L. e C.M. sono poi emerse diverse evidenze probatorie che hanno consentito di individuare e denunciare per analoghi reati anche gli altri quattro militanti d’area che, aderendo allo spirito oltranzista delle chat (due delle quali denominate “Siegheil Lukas" e "Semper fidelis") hanno diffuso anch’essi immagini e simboli di chiara matrice nazionalsocialista e antisemita con espressioni di esaltazione dei valori del nazionalsocialismo, dell’odio nei confronti degli immigrati nonché una profonda ostilità anche nei confronti di partiti e movimenti di opposta ideologia. Nelle chat sono state anche esaltate alcune gravi azioni violente poste in essere nei confronti di stranieri come quella perpetrata a Macerata nel febbraio 2018 da Luca Traini che con una pistola semi automatica ferì gravemente sei cittadini extracomunitari e a Marsala nell’autunno del 2020 ("hai sentito a Marsala?... bravi ragazzi… che dire... onore a voi…liberi subito!"). "TRA GLI INDAGATI NESSUNO DI CASAPOUND" Intanto CasaPound fa sapere che “tra gli indagati non ci sono né militanti né tesserati a CasaPound Italia chiarisce il movimento in merito a quanto diffuso mezzo stampa - Diffidiamo chiunque dall'accostarci all'accaduto. Non accettiamo strumentalizzazioni politiche”. PARLA IL CAPO DELLA DIGOS DI TORINO CARLO AMBRA (video di Tonino Di Marco)
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