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IL VIDEO APPELLO ALLE ISTITUZIONI

Il panettiere denuncia l'usuraio e perde il lavoro: «Mi hanno abbandonato, rischio di finire sotto un ponte»

Il 67enne torinese Gian Piero Alfero racconta la sua storia

Gian Piero Alfero pensava di essere uscito dall’incubo dopo aver denunciato l’usuraio che gli aveva prestato 8mila euro. Invece era solo l’inizio: «Ho già perso il lavoro, presto rischio di perdere la casa e andare a dormire in macchina: le istituzioni mi hanno abbandonato».

Tassi fino al 430%

Alfero, 67 anni, è una delle vittime dell’usurario arrestato dalla Guardia di finanza lo scorso novembre: «Ho fatto la guardia giurata, poi ho gestito una tabaccheria e infine ho aperto una panetteria in via Cesare Pavese - ripercorre il commerciante - Mi aspettavo un certo incasso e invece era la metà: in pratica mi sono alzato per anni alle 3 del mattino senza incassare nulla. E in più dovevo pagare l’affitto».

Per questo, tra giugno e agosto 2021, ha chiesto aiuto a 8mila euro a quell’uomo che conosceva da anni. Il quale, poi, ha iniziato a chiedergli indietro cifre sempre più alte: «Non riuscivo a pagare e lui mi ha minacciato al telefono: “Se poi non trovi i soldi, ti assicuro che non starai molto bene”. Per questo, il 22 novembre 2021, ho fatto denuncia».

 

Non riuscivo a pagare e lui mi ha minacciato al telefono: “Se poi non trovi i soldi, ti assicuro che non starai molto bene”. Per questo, il 22 novembre 2021, ho fatto denuncia


Da lì è partita l’operazione “Dolce Interesse” delle Fiamme gialle e della Procura, che ha accertato un giro d’usura con 11 vittime tra commercianti in difficoltà e tassi d’interesse oltre il 400%. Quando è scattato l’arresto, all’uomo sono stati sequestrati 216.920 euro in contanti e trenta di assegni.

Il sequestro della pistola

Alfero aveva anche il porto d’armi, visto che lavorava come guardia giurata. Poi non lo ha più rinnovato, conservando la sua pistola in un cassetto. Ma, quando ha denunciato di essere vittima di un usuraio, la polizia gliel’ha sequestrata. Fino a una sentenza del Tar che ha dato ragione al 67enne torinese.

In questi casi il Testo unico sull’uso delle armi prevede il sequestro per timore che il proprietario ne abusi. E così hanno fatto questura e prefettura, che hanno proceduto al ritiro cautelativo e al divieto di detenere armi e munizioni. Alfero si è rivolto al tribunale amministrativo e ha vinto due volte: prima, con l'accoglimento della richiesta di sospensione, ha avuto indietro la sua pistola. Poi, con la sentenza vera e propria, si è "sbloccato" anche il porto d'armi: «Ma sto ancora aspettando che me lo diano di nuovo».

«Sono abbandonato»

Il panettiere rivendica di aver dato una grande mano agli inquirenti perché «hanno trovato il libricino con nomi e cifre grazie a me». Anche per questo chiede aiuto: «Ho denunciato e sono stato abbandonato: la legge prevede un Fondo di solidarietà alle vittime e stabilisce la sospensione per due anni di tutti i provvedimenti di sfratto».
Ad Alfero, sostiene lui, li hanno fatti ripartire dopo 300 giorni: «Hanno rifiutato la mia richiesta di proroga e non mi hanno assegnato i contributi. E adesso sto per finire in mezzo alla strada perché mi hanno già mandato via dalla panetteria che gestivo e a luglio scatterà lo sfratto da casa. È così che incentivano la gente a denunciare? Adesso posso solo sperare che qualcuno mi aiuti e mi offra un appartamento e un lavoro».

È così che incentivano la gente a denunciare? Adesso posso solo sperare che qualcuno mi aiuti e mi offra un appartamento e un lavoro

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