Cerca

IL REPORTAGE

La verità sui “compro oro”: solo spiccioli per i gioielli delle persone in difficoltà

Lo specchietto per le allodole delle quotazioni non corrisponde mai alla valutazione effettiva, E al “banco dei pegni” gli interessi arrivano anche del 10%

Una spesa imprevista, ad esempio, una bolletta un po’ più “salata” del solito, oppure, quella contravvenzione di cui c’eravamo dimenticati e, nel frattempo, si è trasformata nella minaccia di un fermo amministrativo sull’automobile. L’elenco potrebbe essere infinito, ma basta uno solo di questi accidenti a far saltare il bilancio famigliare e costringere a soluzioni impensate fino al giorno prima. Come quella di vendere l’oro o impegnarlo per periodo di tempo più o meno lungo, accettando di vederselo svalutare fino al 75% rispetto al prezzo di una catenina, un anello o un paio di orecchini acquistati in gioielleria. Prendere o lasciare. Questa è la regola, non scritta, per cui un braccialetto nuovo in oro 18 carati dal prezzo di circa 140 euro finisce per essere valutato meno di 40 euro.

A caccia di offerte
Una miseria ma, allo stesso tempo, un’entrata in più con cui arrotondare lo stipendio o la pensione la cui ricerca, solitamente, comincia su Google. È sufficiente digitare “compro oro” per essere tempestati di offerte. «Da noi avrai la valutazione più alta!», «Non rinunciare ai tuoi sogni», «Vieni a chiederci un preventivo» e ancora altre decine di «occasioni» che iniziano davvero a confondere le idee. E peggio ancora va per la strada, dove la “caccia” sembra meno complessa. I negozi in cui vendere i propri gioielli di famiglia, infatti, abbondano, se ne calcolano almeno 600 in Piemonte, ma non tutti ci offriranno la stessa cifra. Per circa 24 grammi d’oro 18K, infatti, porteremmo a casa, in media, tra 700 e 1.000 euro. E a poco serve aver consultato la quotazione giornaliera alla Borsa di Londra, se non a provocarsi un accesso di rabbia. Nelle ore in cui abbiamo condotto la nostra inchiesta, infatti, secondo uno dei portali specializzati con tanto di “logo” della Banca d’Italia per rivendicarne l’autorizzazione alle transazioni e, allo stesso tempo, suggerire un maggiore grado di affidabilità, il prezzo dell’oro è 24K è di 57,52 euro al grammo mentre per quello a 18K si scende a 43,13 euro al grammo. «Approfitta della massima quotazione! Massimizza i tuoi guadagni!» si legge accanto. Peccato che non sia quello il prezzo che sarà applicato una volta arrivati allo sportello del “banco dei pegni” o del “compro oro” a cui abbiamo sottoposto due catenine, tre ciondoli e un crocefisso, due anelli e un bracciale che avevamo già pesato con un bilancino di precisione. Risultato? Poco più di 33,7 grammi che, secondo la quotazione trovata sul web, corrisponderebbero a circa 1.450 euro.

Il prezzo dei ricordi
«Non credo di poterle comprare tutto: questa catenina, ad esempio, andrebbe verificata. Vede? Non reagisce all’acido ma allo stesso tempo viene agganciata dalla calamita. Potrebbe essere “oro basso” con del nickel. Dobbiamo capire se sia oro e che caratura, che titolo abbia…» ci comunica la zelante impiegata di un negozio in franchising, prima di pronunciare una valutazione attesa con l’ansia di una sentenza. Non dà l’impressione di essere un orafo di Valenza Po ma, vista la necessità, pare sappia il fatto suo e ci fidiamo. «Con la catenina, i ciondoli e i due anelli, arriviamo a 24 grammi: sono quasi 600 euro che, per legge, posso pagarle in contanti solo fino a 499 euro». L’alternativa, superando la soglia, sarebbe un bonifico ma ci viene proposto di dilazionare il pagamento “cash” in più giornate. Peccato che, stando alla valutazione di cui sopra, avremmo ingenuamente sperato in qualcosina in più. Almeno 1.032 euro, secondo la calcolatrice e la quotazione trovata su Internet. La seconda tappa è un “banco dei pegni” dove, invece, potremmo riscattare dopo tre o sei mesi il nostro piccolo tesoro rimborsando il 5% o il 10% della somma prestata, oppure, rinnovare la “polizza” che ci propone l’impiegata. «Le offro 700 euro, se li ripaga dopo tre mesi si troverebbe a doverci restituire 740 euro». Anche in questo caso, viene scartata la catenina che aveva originato qualche perplessità nella prima commessa e, anche in questo caso, la proposta è decisamente più bassa di quanto avremmo sperato. Ma, almeno, c’è la possibilità di non veder finire tanti ricordi di famiglia in fonderia. Soluzione che, invece, ci viene prospettata anche nel secondo negozio di una nota catena di “compro oro” dove, però, l’interpretazione dell’impiegata nel tentativo di convincerci ad accettare la sua offerta è davvero da attrice consumata. Se sulle prime, infatti, mette sul piatto circa 1.100 euro per 33,7 grammi che, senza la collana del mistero valutata attorno ai 339 euro, diventano 769 più spiccioli per circa 28 grammi totali. Ed è qui che scatta il “secondo atto” dove la giovane dipendente si intenerisce «vista la situazione» e chiama la titolare «per farle qualcosina in più». La spuntiamo per 1.300 euro. Molto meno, comunque, del valore anche solo affettivo dei nostri preziosi ricordi.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.