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La storia sotto casa
07 Aprile 2024 - 15:17
E' qui nel cuore della città, all'interno del suo maestoso parco, il Valentino, che riemergono emozioni infantili legate all'irresistibile fascino del "Giardino segreto", capolavoro della letteratura di Burnett.
Un luogo storico, il Giardino Botanico di Torino fondato nel 1729 per volere di Vittorio Amedeo II, 9.000 metri quadrati chiusi al pubblico fino al 1997 e da allora aperti solo nei weekend da ottobre ad aprile.
E' così che da questa mattina i visitatori hanno preso d'assalto l'oasi floreale sabauda la quale, dopo il boom di visitatori nel giorno di Pasquetta (1.000 persone), ha conquistato oggi curiosi e appassionati accolti dai volontari degli Amici dell'Orto Botanico all'imperativo: "Mi raccomando calpestate il prato!".
"Esatto - ci spiega Giacomo, uno dei volontari - è importante farlo per avvicinarsi alle aiuole le quali mostrano ognuna diverse specie floreali che, ovviamente, non si possono toccare". La più gettonata di queste settimane? "Quella dei tulipani, ovviamente - continua Giacomo - è presa d'assalto e i nostri botanici sono pronti a descrivere tutti i particolari delle centinaia di fiori appena sbocciati. Grande attesa anche per le peonie che nasceranno a breve per gli iris".
Sono circa 2500 le specie arboree ospitate nel Giardino e circa 500 quelle del Boschetto dalla superficie di 18.000 metri quadrati.
Diviso in aiuole tematiche (per famiglie botaniche) il Giardino ospita anche un Alpineto all'estremità sud-ovest (realizzato nel 1962-63 da Bruno Peyronel), quattro serre (la serra del Sudafrica, inaugurata nel 2007 e collocata sul lato ovest del giardino, e la serra delle piante Succulente, la serra tropicale e la nuova serra di moltiplicazione, sul lato est del giardino), tre vasche, e una serie di vasche in pietra, lungo il lato nord del giardino che ospitano la collezione di piante officinali.
La struttura attuale dell’Orto Botanico di Torino è il risultato di quasi 200 anni di attività di molte persone, direttori, ricercatori e giardinieri, che hanno lasciato un’impronta più o meno visibile della loro attività di ricerca sulle piante e di divulgazione della cultura botanica.
Un po' di storia
All’inizio dell’800 furono piantate nella parte più antica molte specie arboree che trasformarono “a viale” la parte centrale del giardino. L’utilizzazione completa del terreno risale al 1831, anno in cui vennero costruite serre fredde, arancere e serre calde seminterrate per la coltivazione di specie tropicali. Nello stesso anno nell’area retrostante l’edificio, denominata “Boschetto”, vennero sistemate un centinaio di specie arboree, ancora in gran parte viventi; con l’intento di creare un effetto scenico furono modellate collinette e viali e vennero scavate le canalizzazioni. Nel 1892 l’edificio venne raddoppiato, con la costruzione di una grande aula a emiciclo e di locali per i laboratori. Pur con i tempi lunghi che sono propri dei giardini, l’Orto continua a essere adattato alle conoscenze scientifiche e alle esigenze di comunicazione con l’aggiunta di nuove specie, nuove collezioni e con la proposta di nuove attività, mantenendo i suoi scopi istituzionali di ricerca sulle piante e di divulgazione della loro conoscenza. Negli ultimi anni presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università si sono sviluppati progetti di ricerca sulla conservazione delle specie vegetali che hanno coinvolto anche l’Orto Botanico.
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