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IL COMMENTO

«Il Salone del Libro come San Giovanni». E arriva anche Fedez (IL VIDEO)

Il presidente Silvio Viale sottolinea il legame dell’evento con la città e i torinesi. Preoccupano i numerosi cantieri

Alcuni, scherzando, hanno iniziato a chiamarlo “colossal”. È il programma della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, con centinaia di ospiti, incontri, dibattiti ed eventi off. «Ci saranno grandissimi autori, premi Nobel, eccellenze del mondo dell’editoria e poi tanti personaggi pop» racconta il presidente di Torino Città del Libro, Silvio Viale, a pochi giorni dall’inizio della kermesse. «Abbiamo chiuso da poco anche l’accordo con Fedez».

È stato difficile?
«Non direi. È lui che è voluto venire».
In che senso?
«Diciamo che il Salone è un momento in cui ci si confronta, si dibatte e si ha la possibilità di dialogare con il pubblico. Credo che, per chiunque faccia letteratura o spettacolo, sia bello esserci».


I torinesi amano il Salone. È un sentimento reciproco?
«Dal 2017 a oggi i numeri del Salone sono pressoché triplicati. Sia in termini di presenze espositive, che come visitatori e per ricadute economiche. Parliamo di un evento che è certamente molto importante per il territorio e che i torinesi difendono con forza ogni anno. In poche parole, sì. Il Salone fa parte della città. È come San Giovanni».
Identitario?
«Esatto, organizzandolo sappiamo di trattare un “bene comune”. Per questo cerchiamo di migliorarne servizi e l’accessibilità».
Il Lingotto vi sta stretto?
«Chiaramente è un evento che oramai ha una sua imponenza fisico-logistica. Credo che casa sua sia il Lingotto. Poi è un luogo strategico della città».



Diciamo che non ci sono grandi alternative...
«Sì, non credo ci sia un’alternativa in città per un evento come Salone del Libro».
Il Salone Off in un certo senso allarga la kermesse a tutta la città. È possibile pensare a nuove sinergie magari con il mondo del food?
«Il Salone Off quest’anno compie vent’anni, quindi è chiaro che crediamo molto in questa progettualità. Abbiamo l’ambizione di svilupparlo sempre meglio».
Negli scorsi giorni c’è stato il Salone del Mobile e anche Milano è andata in sofferenza. Che criticità vede all’orizzonte?
«Soffriamo un po’ la presenza di tanti cantieri, però la città ha costruito un tavolo di lavoro per informare i cittadini e anche in tangenziale ci saranno tutti i riferimenti alle uscite. In generale, le città che ricevono eventi come questi un po’ soffrono sempre».

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