Cerca

LA POLITICA

Mino Giachino in campo per il Piemonte - LA VIDEO INTERVISTA

Candidato per la lista di Fratelli d'Italia nella Circoscrizione di Torino

Ultime batture della campagna elettorale, in redazione il direttore Beppe Fossati con Mino Giachino ex sotto segretario dei trasporti e oggi candidato al consiglio regionale per Fratelli d'Italia.

Che cosa l'ha spinta a questa avventura elettorale in questo clima anche un po', come dire, contrastato a Torino? 

"Come lei sa direttore io sono impegnato in politica da anni, ho avuto esperienze importanti con l'amministratore delegato della Fiat, ho collaborato quattro anni con Berlusconi e con Gianni Letta. In più ho lavorato nelle aziende di trasporto: da 30 anni mi occupo di logistica e vorrei portare la mia esperienza di governo e la mia competenza nel settore dei trasporti e delle infrastrutture che sono sempre più essenziali al  rilancio economico del paese e del nostro Piemonte in Regione perché negli ultimi cinque anni si sono fatte tante cose ma il Piemonte è ancora fermo"

Lei è diventato noto come il "Signor Si-Tav" quando è riuscito a portare in piazza, dopo il niet dei grillini all'alta velocità, 40mila  persone. Oggi sta diventando il signor "Si-Auto". Ecco, mi spiega qual è il parallelismo fra il tunnel, l'alta velocità e la fabbrica, perché Torino ha un problema di fabbrica a Milafiori?

"Allora, i trasporti servono per le persone e le merci. Se una regione perde le fabbriche, diminuiscono anche i trasporti, diminuiscono le esportazioni e quindi diminuisce la ricchezza prodotta: è stato un errore non avere difesa sull'industria dell'auto, perché l'industria dell'auto non è soltanto la Fiat, sono le 2.200 aziende dell'indotto che sono nate a fianco della Fiat, perché la macchina ha più di mille componenti, prodotto ognuno, e quindi sia l'infrastruttura, perché il trasporto green su rotaia, persone e merci, e ci danno il futuro, quell'infrastruttura lì tra 100 anni sarà ritenuta infrastruttura principale della storia che abbiamo"

Torniamo un attimo a Mirafiori, Fiat adesso Stellantis e all'indotto. Questo patrimonio straordinario va difeso, lei lo ha detto e lo sta facendo, ma quali saranno secondo lei le mosse necessarie e cosa potrà fare la Regione per far riconquistare punti a questo patrimonio?

"La Regione deve spingere il piano Urso, il piano del Governo che ha svoltato sulla politica industriale dell'auto perché negli ultimi vent'anni chi ha governato a livello locale e  a livello nazionale ha assistito alla discesa della produzione di auto da 1.900.000 all'anno a 460.000 senza fare nulla: il sindacato non ha fatto neanche scioperi, il piano Urso svolta. Dice il Governo a Stellantis: "Io ti do i soldi, ti aiuto e aiuto l'azienda dell'indotto, però voi dovete darmi l'aumento della produzione di auto in Italia a un milione l'anno, come per  la Francia, come per  la Germania, come per la Spagna. Questo per noi è un rilancio. Mirafiori non sarà più soltanto la fabbrica del riciclo, ma sarà una fabbrica dove si faranno automobili a cominciare dalla 500 ibrida"

Un'ultima domanda: in questa città qual è l'effetto sociale che ha trovato sviluppo con la crisi dell'auto e che cosa si potrà fare per invertire la tendenza e che cosa farà lei, mi auguro, se sarà in Consiglio Regionale?
Guardi, l'avete scritto voi sul giornale: la diminuzione della crescita economica dovuta alla diminuzione della produzione di auto ha fatto sì che sparissero i negozi di commercio. Il primo effetto è il calo del commercio, arriva di lì, no? Perché la città si è impoverita L'auto dava alla città un contributo superiore a quello che dà al turismo. Noi non dobbiamo rinunciare al turismo, ma l'auto è fondamentale perché ci dà più soldi agli operai e ci dà più ricerca scientifica, più futuro". 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.