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IL REPORTAGE

Paura in Valle Orco: «E’ stato come vedere il mare in tempesta» - IL VIDEO

Noasca si rialza dopo una notte di grande paura. Ora si teme per il turismo. «Prenotazioni annullate»

Guardano il cielo con sospetto gli abitanti di Noasca, uno dei comuni della Valle Orco più colpiti dall’ondata di maltempo che si è abbattuta su Piemonte e Valle d’Aosta. All’indomani della bomba d’acqua che ha fatto gonfiare il fiume e ruggire la cascata, il paese si rialza. «Abbiamo avuto paura, ma poteva andare molto peggio».



Noasca si rialza
La pioggia ha iniziato a cadere nel pomeriggio di sabato. Alle 21 «la gente era nel panico» racconta Sabrina Cucciatti, proprietaria dell’Albergo Gran Paradiso, ai piedi della cascata di Noasca. «Il fiume sembrava un mare in tempesta» ricorda la donna e, ora che la paura dell’acqua è ormai alle spalle, nei suoi occhi si legge la preoccupazione per le tante prenotazioni cancellate. «Continuiamo a ricevere mail e telefonate di persone che ci chiedono se i sentieri siano percorribili dopo il nubifragio. E non lo sono. Non so come faremo». L’Orco intato scorre rigonfio. «La cascata era scura e minacciosa» spiega Ivan Mezzano, del bar di fronte al municipio e mostra un video, in cui la furia dell’acqua esplode e oltrepassa il ponticello che taglia in due il paese. «C’erano detriti e terra ovunque. Un vero disastro. La mia famiglia era già stata colpita l’alluvione del 2000. La paura è stata grande». A pochi passi dal bar poi una donna sta aspirando via l’acqua dal magazzino del negozio di alimentari. «È stata una notte tremenda» racconta Paola Giovannini e ha ancora negli occhi la cascata «enorme» e «nera». Nelle orecchie resta il boato dell’Orco in piena.



Locana
Nel dialetto del posto il nome del fiume Orco è “Eva d’or”. «Acqua dorata» ci spiega una signora di Locana. «È successo tutto in poche ore». La sua casa da oltre trent’anni affaccia sul fiume e, la notte di sabato, il corso d'acqua sembra davvero un orco. «Altro che oro». Nel frattempo, sulla provinciale 460, si lavora senza sosta per rimuovere i detriti dalla frana caduta nei pressi di Fornolosa di Locana. «Abbiamo liberato la strada domenica pomeriggio, ma proseguono i lavori per garantire la percorribilità nei due sensi» fa sapere Fabio Spadon, tecnico della Città Metropolitana.



Chialamberto

A Chialamberto invece si segnalavano ancora 20 persone isolate a causa del maltempo. Secondo quanto fa sapere la Regione Piemonte, i 20 sono «autosufficienti» a causa dell’interruzione in via precauzionale della viabilità di accesso e sono presenti 30 volontari del Coordinamento regionale di Protezione civile con alcuni mezzi.



Sopralluoghi
Durante tutta la giornata sono proseguiti i sopralluoghi della Regione Piemonte nelle zone più colpite dal nubifragio. L’obiettivo è quello di consentire la stesura della relazione necessaria per la richiesta dello stato di emergenza. «I tanti interventi di messa in sicurezza del territorio fatti in questi anni, dopo le alluvioni del 1994 e del 2000, hanno consentito di limitare l’impatto di una perturbazione molto violenta. Da molte ore la nostra Protezione civile è al lavoro con grande professionalità e impegno per affrontare questa emergenza in collegamento con i sindaci e le Prefetture per superare in fretta e insieme questa situazione» fa sapere il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

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