l'editoriale
Cerca
LA SICUREZZA
04 Luglio 2024 - 05:50
Occhi in più ma nessuna mano: le 80 pattuglie di guardie private segnaleranno eventuali reati che vedranno mentre perlustrano le strade ma non dovranno intervenire per fermare ladri e borseggiatori. Si limiteranno a segnalare alle centrali operative di carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia locale, che avranno degli occhi in più sulle strade ma manterranno il loro ruolo di forze dell’ordine. Nessun rischio, quindi, che i vigilantes si sostituiscano a poliziotti e carabinieri.
E’ l'obiettivo del protocollo d’intesa “Uniti per una comunità protetta” firmato ieri in prefettura dal prefetto Donato Giovanni Cafagna, dal sindaco Stefano Lo Russo e dai vertici di quattro società di vigilanza. Tutto con il benestare del questore Vincenzo Ciarambino, del colonnello dei carabinieri Roberto De Cinti, del comandante della polizia locale Roberto Mangiardi e del generale della guardia di finanza Carmine Virno.
80 pattuglie in più
Al protocollo d’intesa hanno aderito Sicuritalia, Telecontrol, Cittadini dell’Ordine e Mondialpol, cioè le quattro imprese più presenti su Torino. Metteranno “a sistema” le pattuglie che già garantiscono un controllo supplementare a negozi e abitazioni che si affidano alla vigilanza privata. In pratica, le guardie giurate dovranno telefonare alle centrali operative delle forze dell’ordine quando vedranno dei possibili reati. Ma non sono previsti né obiettivi mirati né indicazioni particolari, anche perché non sono state stanziate risorse economiche aggiuntive da parte degli enti pubblici: «No, perché è un’attività ordinaria che fa parte dei contratti di vigilanza che hanno già con i privati - premette il prefetto Cafagna - Di certo lavoreranno molto di notte. L’importante è che ci consentano di anticipare le chiamate alle forze dell’ordine». Nel dettaglio, le guardie giurate chiameranno il 112? «No, si troveranno delle forme di comunicazione privilegiate - risponde il questore Ciarambino - E’ la prima fase di concretizzazione del protocollo, seguita dalla formazione e dall’aggiornamento delle guardie da parte di carabinieri e polizia». Ma nessun intervento diretto: «Esatto, metteranno a disposizione i loro occhi e faranno segnalazioni». Benvenute per il questore, che non vede questo protocollo con i privati come una sconfitta per la forza pubblica: «Io preferisco che arrivino tante segnalazioni» sorride Ciarambino.
«Per noi è un onore»
«E’ un progetto che ci gratifica e ci onora» spiega Luciano Pizzulo di Sicuritalia, una delle imprese che hanno aderito al protocollo d’intesa. «Su Torino abbiamo 400 guardie giurante armate, più 800 non armati - entra nel merito Pizzulo - Le nostre guardie sono deputate normalmente alla tutela dei beni di aziende e privati cittadini e, da oggi, avranno un canale comunicativo diretto per mettersi in contatto con la centrale operativa di carabinieri e polizia di Stato. Già normalmente i nostri operatori segnalano alla centrale se incorrono in fenomeni di microcriminalità o degrado. Diciamo che oggi la procedura è stata snellita».
Lo Russo: «Investimenti di rigenerazione urbana»
«L’obiettivo è quello di garantire migliori condizioni di sicurezza per cittadini e imprese, collaborando ciascuno per il proprio ambito di competenza». Così il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, in occasione della firma del protocollo “Uniti per una comunità protetta” ieri mattina in prefettura. «Come amministrazione stiamo facendo la nostra parte con investimenti di rigenerazione urbana che sono fondamentali per aiutare a garantire la sicurezza sociale» aggiunge, ringraziando prefetto e questore. Il primo cittadino si è poi soffermato sulla questione dei senzatetto. «Non è un problema che riguarda in senso stretto solo la condizione economico e sociale delle persone - premette -. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone con problemi di carattere sanitario e dipendenze». Per questo motivo, «per affrontare la questione non possiamo prescindere dalla componente sanitaria del problema». Garantire la legalità della comunità è fondamentale, ed è «importante che soprattutto le persone più fragili siano protette» ha rimarcato ancora il primo cittadino. In questo quadro, «la collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà private può assumere grande importanza» ha concluso. Il protocollo avrà una durata annuale, rinnovabile e sarà sottoposto a verifiche periodiche nell’ambito del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto ieri mattina poco prima dell’inizio della conferenza stampa di presentazione del protocollo.
Il merito è anche è anche del protocollo nazionale sottoscritto recentemente dal ministro Matteo Piantedosi, che ha aperto la strada ad accordi simili. A Torino, come deciso nel Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, partirà anche una cabina di regia per collegare le telecamere e gli antifurti dei negozi alle centrali operative delle forze dell’ordine. E, per i commercianti che non le hanno, potrebbero arrivare contributi da Regione e Camera di Commercio.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..