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Il futuro dei cristiani

Catechismo "ristretto", progetti e carità: così il vescovo vuole rilanciare la Chiesa a Torino

L'appello e le proposte del cardinale Repole durante il convegno di ieri al Santo Volto

Il cardinale Roberto Repole parte da un'ammissione: «La Chiesa non coincide più con la società». Ma lo stesso arcivescovo di Torino aggiunge: «Possiamo comunque avere un ruolo importante, partendo dalla carità: non è un optional e dev'essere centrale, visto che la Chiesa nasce dalla carità di Cristo. Non potremo risolvere tutte le fragilità ma potremo lasciare un segno». Come quelli che lo stesso cardinale ha anticipato nella sua lettera Pastorale, con l'idea di riformare il catechismo dei bambini e quattro nuove iniziative di carità: dalla nuova Fondazione per sostenere la scuola paritaria della parrocchia san Giuseppe Cafasso alla mensa diurna al Sacro Cuore di Gesù in via Nizza. E ancora il centro di accoglienza per famiglie in difficoltà nella parrocchia Assunzione di Maria Vergine (quartiere Lingotto) e il polo caritativo all’oratorio salesiano Michele Rua, dove giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti "neet").

Con questi progetti in testa, Repole è intervenuto ieri mattina al convegno organizzato all'auditorium della parrocchia del Santo Volto, a Torino (intitolato "Nel movimento della carità di Cristo"). Un migliaio di rappresentanti delle parrocchie, degli istituti religiosi e delle associazioni cattoliche, in presenza e in streaming, si sono confrontati sulle ragioni dell’impegno sociale della Chiesa a partire dalla lettera Pastorale dello scorso anno: «La società e la Chiesa stanno cambiando - entra nel merito l'arcivescovo di Torino e vescovo di Susa - Non coincidiamo più ma siamo ancora significativi: per questo dobbiamo prendere consapevolezza che la carità è un elemento fondamentale della Chiesa, che dev'essere solidale con le fragilità. E ricordiamoci che la carità riguarda tutti e corrisponde ai rapporti fraterni e di solidarietà, sullo stile di Cristo». Nel suo intervento, il cardinale ha poi ricordato che i cristiani devono essere «flessibili, speranzosi, coinvolgenti, generativi. Dobbiamo vedere anche ogni tipo fragilità e avere un impegno pubblico: non possiamo pensare che la politica sia una cosa sporca, anzi possiamo dare un sovrappiù ai partiti se partecipiamo da cristiani».

Dal confronto a gruppi della mattinata sono arrivati ulteriori stimoli e proposte. Partendo dai problemi oggettivi accennati dallo stesso Repole, a partire dal fatto che «tra pochi anni non avremo solo minori risorse economiche. Avremo anche minori risorse umane: i gruppi di volontari sono oggettivamente contraddistinti da un’età media piuttosto avanzata». Da qui la necessità della formazione, con una catechesi per gli adulti curata personalmente dall'arcivescovo e un catechismo per bambini riformato e più breve («non più di 4 anni»): «Serve un ripensamento complessivo». Poi ci sono le attività concrete, come le quattro «opere - segno» rivendicate dal cardinale: «Sarà eretta una Fondazione per dare maggior forza e continuità alla scuola paritaria, che copre le tre fasce dell’infanzia, realizzata nella parrocchia san Giuseppe Cafasso in Torino, in Borgo Vittoria, nella quale sono accolti tanti bambini e ragazzi e alla quale si affidano, per il percorso educativo dei loro figli, centinaia di famiglie. Un ente del Terzo settore gestirà la mensa diurna della parrocchia Sacro Cuore di Gesù, in via Nizza, punto di riferimento per molte persone in difficoltà e luogo significativo in città. Nel quartiere Lingotto, la parrocchia Assunzione di Maria Vergine realizzerà con la collaborazione dell’associazione papa Giovanni XXIII un centro di accoglienza per famiglie e giovani in condizione di disagio. Ci saranno anche locali aperti alla collaborazione con il territorio. Infine l’oratorio salesiano Michele Rua riqualificherà delle strutture in cui verrà realizzato un polo caritativo dove Neet, giovani senza titolo di studio o qualificati ma con scarse competenze trasversali possano trovare un percorso adatto a loro, capace di contrastare le diverse dimensioni di disagio che concorrono al rischio di esclusione sociale».

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