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18 Aprile 2025 - 11:55
La Guardia di finanza di Torino ha eseguito quattro misure cautelari (uno agli arresti domiciliari e gli altri con obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria), per quattro persone indagate per usura. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo per circa 58mila euro. L'inchiesta "Summus", svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, ha consentito di accertare che i prestiti di denaro a usura avvenivano nella zona nord di Torino, da parte di tre fratelli di origine siciliana, due dei quali già condannati in passato per reati specifici.
Dalle indagini, iniziate nel 2022, è emerso che gli episodi erano iniziati dal 2020 e le vittime erano dodici imprenditori a cui venivano applicati tassi di interesse annui tra il 120% e il 300%. I finanziamenti avvenivano anche per piccole somme, da 300 a 30mila euro, per i quali gli indagati riscuotevano gli interessi con scadenze settimanalmente o mensilmente. Veniva anche utilizzato un codice tra gli usurai e le vittime quando si parlava del denaro, che veniva chiamato "grissini", "pasticcini", "mutande" e "pane". Per la gestione di un prestito uno dei tre fratelli si era fatto "aiutare", secondo l'accusa, da una quarta persona, che nella vicenda è risultato essere sia indagato che vittima. Infatti grazie a un suo intervento ha ricevuto in cambio dagli usurai un trattamento di favore rispetto alle proprie posizioni debitorie, con l'applicazione di un tasso di interesse mensile del 10% di quello abitualmente applicato nei confronti delle altre vittime. Durante le perquisizioni nelle case degli indagati, grazie all'ausilio di strumentazioni tecnologiche, i finanzieri hanno rivenuto circa 58mila euro. La maggior parte della somma era stata murata in una parete di un'abitazione.
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