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Guardia di Finanza

Truffa 110%: otto impresari torinesi rubano 10 milioni, ma vengono solo denunciati

Avevano creato una ditta sconosciuta al Fisco. Le Fiamme Gialle sequestrano beni per 9 milioni

La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto una maxi-truffa sui crediti di imposta dei bonus edilizi del 110% e del rifacimento facciate, che ha portato al blocco di crediti inesistenti per oltre 10 milioni di euro ed eseguito sequestri per quasi 9 milioni di euro. L'azienda coinvolta, insieme ad altri soggetti economici, ha utilizzato false fatturazioni per lavori di ristrutturazione mai eseguiti per ottenere reciproci vantaggi, frodando le casse dello Stato e quelle di un ente a partecipazione pubblica, mediante cessioni di crediti fiscali fittizi in materia edilizia per oltre 10 milioni di euro.

Le indagini, condotte dal Gruppo Torino e dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano Torino, hanno consentito di disvelare un complesso e artificioso sistema di frode attraverso il quale l'impresa coinvolta, mediante bilanci artefatti, ha attestato di aver conseguito ricavi nettamente superiori a quelli reali al solo fine di trarre in inganno gli istituti di credito, che facendo affidamento sulla trasparenza dell'informazione societaria hanno concesso finanziamenti pubblici coperti dal fondo di garanzia statale per le piccole e medie imprese.

Dagli ulteriori sviluppi delle investigazioni è emerso come l'azienda edile, oltre ad essere completamente sconosciuta al Fisco, si è rilevata quale "impresa criminale" dedita all'emissione di fatture false e all'acquisto di crediti d'imposta fittizi riferiti ad agevolazioni edilizie, i quali sono stati, successivamente, monetizzati mediante la cessione a un Ente pubblico

Dagli ulteriori sviluppi delle investigazioni è emerso come l'azienda edile, oltre ad essere completamente sconosciuta al Fisco, si è rilevata quale "impresa criminale" dedita all'emissione di fatture false e all'acquisto di crediti d'imposta fittizi riferiti ad agevolazioni edilizie, i quali sono stati, successivamente, monetizzati mediante la cessione a un Ente pubblico.
Le indagini hanno consentito, così, di delineare un più ampio contesto nel quale l'azienda era inserita insieme ad altri soggetti economici, i quali, attraverso false fatturazioni per lavori di ristrutturazione mai eseguiti, sono riusciti ad ottenere reciproci vantaggi, frodando le casse dello Stato e quelle di un ente a partecipazione pubblica, attraverso cessioni di crediti fiscali fittizi in materia edilizia per oltre 10 milioni di euro.

Al termine dell'attività operativa sono 8 le persone denunciate, a vario titolo, alla Procura della Repubblica torinese, le quali, operando sinergicamente tra loro, hanno reinvestito gli aiuti statali indebitamente ottenuti in altre attività economiche.
Condividendo l'ipotesi accusatoria, ferma restando la presunzione d'innocenza, il G.I.P. del Tribunale di Torino, ravvisando in capo ai rappresentanti legali delle società coinvolte nelle frodi gravi indizi di colpevolezza, ha emesso un decreto di sequestro delle somme costituenti il profitto del reato, fino alla concorrenza dell'importo di quasi 9 milioni di euro ed ha disposto il blocco di crediti inesistenti ancora non utilizzati per oltre 10 milioni di euro.

Le investigazioni rappresentano testimonianza tangibile del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza, in ragione delle sue peculiari prerogative di "polizia della spesa pubblica" e, in generale, economico-finanziaria, con particolare riferimento al contrasto delle frodi al bilancio dello Stato.

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