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LA TESTIMONIANZA
26 Maggio 2023 - 21:03
Domenica prima e lunedì notte, il giorno dopo la manifestazione di residenti e commercianti del borgo, «qualcuno tra pusher, clienti e fiancheggiatori della galassia autonoma o anarchica» ha strappato lo striscione “antispaccio” esposto dall’autocostituitosi comitato del quartiere Valdocco. Assediato dallo spaccio da almeno vent’anni, al punto che, inseguendo un «venditore di morte» il carabiniere Marino Ferraro, già nel 2009, perse la vita sotto un convoglio ferroviario nei pressi della stazione di Porta Susa. Pochi giorni fa, l’ennesima «intimidazione» ai residenti.
«Ogni giorno vedo almeno tre o quattro scene di spaccio soltanto nella mia via, poi, non immagino cosa accada attorno o quando non ci sono. Saranno trenta o quaranta, almeno» racconta Fabio, uno dei residenti che non fatica a commentare il filmato in cui si vede platealmente lo “strappo” dello striscione. E se i cittadini arrivano ad esporne uno è perché sono arrivati all’esasperazione, per cui non basta nemmeno lo strenuo impegno delle forze dell’ordine a mettere in pari i conti. «Quando passa una macchina delle forze dell'ordine, gli spacciatori fanno il giro dell'isolato e ritornano nella loro postazione iniziale, per cui la macchina se n'è andata, per cui dura tre minuti - continua Fabio -. Nel momento in cui le forze dell’ordine non ci sono più tornano. Per cui servirebbe una presenza fissa o, che so, una pattuglia in giro ogni mezz'ora, almeno come deterrente per gli acquirenti. Una volta “scacciati” loro non resterebbero nemmeno gli spacciatori che, alla fine, si piazzano dove circolano più tossicodipendenti in cerca di una dose a buon mercato».
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