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IL REPORTAGE

Scuola, la gioia per l'ultima campanella. Ma per 17mila a Torino è tempo di maturità

Calano all'ombra della Mole i candidati all'esame di Stato. Abbiamo incontrato gli allievi e la preside del Liceo "Vincenzo Gioberti", Miriam Pescatore: «Finalmente un anno regolare e tranquillo»

Suona l’ultima campanella dell’anno a scuola e, se per migliaia di studenti cominciano le vacanze estive, per almeno altri 17mila è tempo di maturità. Per la precisione, 17.670 allievi dell’ultimo anno che hanno iniziato il conto alla rovescia verso l’esame di Stato nelle scuole statali e paritarie del Torinese. Un numero in calo rispetto al passato anno scolastico, quando erano stati 19.033. Nel dettaglio sono 9.054 i maturandi nei licei, 5.349 negli istituti tecnici e 2.882 nei professionali, a cui si aggiungono nove candidati negli istituti carcerari - quasi dimezzati a confronto di dodici mesi fa - e soltanto uno in ospedale. Complessivamente sono 448 le commissioni d’esame statali più 20 paritarie.

Tempo di esami
«L’esame di Stato, che quest’anno torna alla normalità dopo le modifiche richieste durante la pandemia, rappresenta un momento cruciale e simbolico per gli studenti, ha certamente un valore pratico, ma allo stesso tempo ha un valore personale in quanto contribuisce alla crescita, all’autoconsapevolezza e alle scelte future e segna un momento di transizione a un nuovo capitolo della vita» spiega Tecla Riverso, direttrice dell’Ufficio scolastico provinciale.

L’ultima campanella
«Quello appena concluso è stato un anno regolare e tranquillo, senza particolari criticità» anche secondo la preside del Liceo “Vincenzo Gioberti”, Miriam Pescatore. «Adesso abbiamo la maturità, noi porteremo dieci classi all’esame di Stato: quattro delle Liceo Classico e sei del Liceo Linguistico. Auguriamo agli studenti di fare al meglio delle proprie possibilità e di poter mettere in luce tutte le potenzialità. Insomma, che abbiano un prosieguo e un futuro brillante a livello universitario e lavorativo». Marco, allievo della III C, comincia a contare i giorni che lo separano dagli scritti. «È stato un anno molto intenso, che è volato. Siamo molto contenti di finire, allo stesso tempo, un po’ tristi di lasciare i nostri compagni e i nostri professori. Alcuni ci hanno accompagnato per cinque anni, altri per tre. Un po’ di ansia e agitazione per la maturità c’è, ma siamo fiduciosi».

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