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Via Andrea Doria 10

La videoarte di Maurizio Camerani conquista Torino

Si apre oggi alla Galleria Umberto Benappi la mostra dedicata al maestro di Ferrara

Maurizio Camerani

Maurizio Camerani, classe 1951

Dettagli evento

La Galleria Umberto Benappi di via Andrea Doria 10 a Torino ha deciso di vivere la sua notte delle arti, sabato 4 maggio – la Tag –, presentando la mostra evento monografica dedicata al maestro contemporaneo della videoarte, Maurizio Camerani. E il vernissage è stato un successo tanto che si aprirà oggi, nell’entusiasmo di quanti attendevano di ammirare l’intera opera dell’artista di Ferrara classe 1951, “In~equilibrio”, l'esposizione curata da Federica Maria Giallombardo (fino al 25).

Ma che cosa si intende per “In~equilibrio?”: «Rappresenta l’attimo appena precedente lo slancio nella riflessione; è il momento del bilancio di un tragitto che si materializza sulla trave, forma aguzza e fredda vivificata e complicata dalla presenza dell’uomo in bilico» spiega la curatrice. Da qui, ecco nove video opere, “Torso”, “Immersione”, “Io Io”, “Matisse Dance”, “In marcia”, “La trave di equilibrio”, “Scorta”, “Golgota”, “Confini”, per un percorso che attraversa tutti i trent’anni della carriera di Camerani laureatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nella sezione di scultura, e successivamente al Dams della stessa città.

Da qui, negli anni Settanta, avvia un percorso di ricerca per il quale, mettendo in discussione le tecniche tradizionali, privilegia un lavoro basato sul rapporto tra azione e immagine fotografica. Nei primi anni Ottanta Camerani inizia a lavorare sull’immagine elettronica realizzando una serie di videotape sperimentali di carattere narrativo. Da queste ricerche nasce la collaborazione con il Centro Video Arte di Ferrara del quale sarà, per oltre un decennio, uno dei suoi principali esponenti.

«Dalla visione delle opere nel corso dei decenni, si rimane colpiti dall’eccezionale devozione con cui viene sempre ricalibrato il discorso; dalla precisissima cesellatura delle caratteristiche per veicolare un significato – sia esso poetico che storico che entrambi – tale da rendere inconfondibile il tono, i volumi, i dettagli, i colori - spiega ancora Giallombardo -. Una “tenuta stilistica” che oggi è resistenza alla mondanità del sistema artistico, conferitagli da un’innata concisione concettuale e dal potere di generare stratificazioni semantiche, operando in bilico perfetto tra profondità eccezionale e quadro della quotidianità”.

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