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28 Ottobre 2023 - 11:37
Ex militare dell’Esercito, i colleghi lo descrivono come un uomo generoso, sportivo, “una bella persona”. Parole che si scontrano con quanto Agostino Annunziata, 36 anni, ha fatto fra le 6 e le 7 di questa mattina: prima il 36enne originario di Pagani (Salerno) ha preso un coltello da cucina e ha tagliato la gola alla compagna Annalisa D’Auria, 32 anni; poi ha preso la sua bambina di 3 anni, Noemi, e l’ha portata con sé sul posto di lavoro, alla Massifond di Orbassano, azienda di componenti per auto al civico 7 di strada Circonvallazione. Qui, intorno alle 6.45, ha consegnato la piccola a un collega, dicendo “mi allontano per 5 minuti”. Poi ha chiamato la madre, in Campania, e il 112: “Ho ucciso mia moglie e ora mi ammazzo”. Le auto dei carabinieri sono partite di corsa ma, quando sono arrivati, Annunziata si era già lanciato da un silos dell’azienda: il corpo senza vita era sull’asfalto, molti metri più in basso del punto da cui si era lanciato. Poi i militari hanno trovato anche la salma della compagna nell’appartamento di via Montebianco 19/2.
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“Era di origini salernitane, era venuto qui dopo essersi congedato dall’esercito e ci aveva pure regalato delle magliette militari - racconta Dario, il suo capo nel reparto di staffatura - Era un uomo molto sportivo e generoso, di certo non potevamo immaginare che potesse fare un gesto del genere: nell’ultima settimana ha fatto il turno di notte e chi l’ha visto non ha notato nulla di strano in lui”.
“Una cosa impensabile, sembravano una famiglia unita e felice: quando uscivamo insieme, lui era tutto baci e abbracci con la compagna” racconta un altro collega. Una verità diversa rispetto a quella raccontata dai vicini di casa, che raccontano di aver sentito litigare spesso la coppia: l’ultima volta solo mercoledì perché lei non aveva risposto al telefono.
Sul movente stanno indagando i carabinieri di Rivoli e di Orbassano, coordinati dal pubblico ministero Laura Ruffino: i militari e il magistrato stanno ascoltando colleghi e familiari e hanno messo sotto sequestro l'auto dell'uomo, una Fiat Grande Punto. Al momento l’ipotesi principale è che il movente dell’omicidio-suicidio sia legato alla gelosia di Annunziata, molto protettivo nei confronti della compagna, addetta alla mensa all’istituto agrario Dalmasso. Sembra che l’uomo sospettasse una relazione extraconiugale della compagna, anche lei originaria del Salernitano (ha vissuto a Nocera inferiore, dove vive la figlia di 11 anni avuta con un altro uomo). Ma, al momento, non ci sono riscontri di questa relazione.
Annunziata ha dei precedenti per spaccio di droga ed è stato agli arresti domiciliari. Poi è scattato l’affidamento in prova ai servizi sociali. Però non sono emersi precedenti denunce a suo carico per maltrattamenti o violenze da parte di D’Auria.
Nel frattempo la bimba è stata portata al Regina Margherita di Torino per accertamenti. Ora è seguita da medici e psicologi dell’ospedale infantile ma le sue condizioni fisiche sono buone: a preoccupare, infatti, sono le conseguenze psicologiche di quanto successo nell’appartamento dove la piccola ha vissuto per tutta la sua vita.
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