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da san mauro a venaria

La pista ciclabile interrotta e allagata ormai è più amata dalle rane che dai ciclisti

In viaggio in bicicletta alla scoperta dei tanti problemi della “Corona di delizie”

La Città metropolitana e la Regione hanno investito negli ultimi anni diversi milioni di euro per la realizzazione di nuove piste ciclabili. Ma facendo un semplice giro su quelle già esistenti potrebbe venire il dubbio che forse occorrerebbe investire qualche euro anche per la manutenzione di quest’ultime.

Il caso più emblematico è senza dubbio la lunghissima ciclovia che da San Mauro permette di giungere sino a Venaria e al parco della Mandria. Un lunghissimo percorso che si snoda fra aree verdi, parchi e il fiume Po, toccando il Meisino, Settimo, Mappano, Borgaro, il parco Chico Mendez e giungendo sino al cuore di Venaria con la sua Reggia e la Mandria. Da anni ormai questa bellissima ciclovia denominata “Corona di delizie” presenta un pericoloso punto in cui è interrotta costringendo i ciclisti a passare sulla trafficatissima strada Cebrosa. Nonostante i ripetuti impegni di qualsiasi giunta e le promesse, ancora adesso dopo essere usciti dal parco Castelverde a Settimo i cicloamatori si trovano davanti l’obbligo di passare sul ponte che parte dinanzi alla Motorizzazione e poi, attraversando la strada nei pressi del Settimo Cielo ricondursi sulla ciclabile che riparte nei pressi della caserma della Polizia stradale. Proseguendo sono altri gli ostacoli che i ciclisti devono continuamente dribblare come la fitta boscaglia e i numerosi punti in cui mancano i mancorrenti di legno che proteggono il passaggio su rii e fiumi.

Fra Mappano e Borgaro poi si riscontra uno degli altri problemi mai risolto, ovvero l’attraversamento dei sottopassi che permettono di scavalcare due punti pericolosi come la direttissima per l’aeroporto e la provinciale che collega Mappano a Borgaro. Qui da anni le segnalazioni non sono state ascoltate e i due sottopassi sono perennemente allagati. In uno in particolare, quello di Mappano, è stata messa una sorta di zattera di legno ormai marcia e semi distrutta per permettere di passare e non è difficile scorgere rane e girini che ornai hanno fatto del sottopasso il loro habitat naturale. Un buon risultato per la fauna locale, un po’ meno per i ciclisti.

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