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06 Settembre 2025 - 08:18
Il consigliere regionale, ed ex assessore comunale, Alberto Unia
Una sigla, una data, un timbro. A volte, in un’indagine, è tutto lì: in un documento che dice più di mille parole. O forse, che si fa dire quello che non dovrebbe. Ora la Procura di Torino prova a rimettere in fila quei fogli. E lo fa con un’accusa pesante: truffa ai danni dello Stato. Alberto Unia, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, ex assessore all’Ambiente nella giunta Appendino, è finito nel registro degli indagati. La pm Paola Stupino ha aperto un fascicolo che riguarda la Kishar Srl, società di cui Unia è socio fondatore e amministratore delegato dal 2014. Ufficialmente, si occupa di alimentazione gluten free, cibi senza glutine dedicati alle persone che presentano intolleranze alimentari. Ma non solo. In Kishar c’è anche una sezione dedicata ai corsi di formazione e a quelli a tema di promozione del benessere. Ma ora i riflettori sono accesi su altro. Secondo le prime indiscrezioni infatti la Kishar avrebbe utilizzato autorizzazioni ministeriali intestate a una diversa azienda, anch’essa legata alla produzione di alimenti senza glutine. Autorizzazioni necessarie per operare, ma che – si sospetta – non fossero sue. Eppure sarebbero state inviate, come se lo fossero, a Federfarma, la federazione nazionale delle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario. Una formalità, apparentemente.
O forse, un passaggio chiave. Insieme a Unia risultano indagati anche Carmelo Riggio, altro volto di Kishar e fondatore del sito di informazione “Gazzettatorino.it”, oltre a una terza persona riconducibile a “Officine Senza Glutine”, azienda attiva a Genova. Le ipotesi degli inquirenti disegnano un possibile sistema di aggiramento burocratico: autorizzazioni ottenute altrove, ma utilizzate da Kishar come proprie. Nessuna dichiarazione, al momento, dagli avvocati delle parti coinvolte. La difesa tace, la parte offesa – per ora – anche. La procura lavora in silenzio, tra carte e incroci di mail, per ricostruire il perimetro esatto dei fatti.
Unia, classe 1966, volto noto della politica torinese, era stato uno degli assessori di punta nella giunta Appendino tra il 2017 e il 2021: Ambiente, Energia, Rigenerazione urbana, ma anche Arredo pubblico, Protezione civile e Tutela animali. Una figura di primo piano, rimasta in sella anche nel passaggio dalle giunte comunali al consiglio regionale. Ora si ritrova al centro di un’indagine che mescola pubblico e privato, politica e impresa, legittimità e scorciatoie. Tutto ancora da dimostrare, certo.
Al momento, l’avvocato della parte offesa sceglie di non rilasciare dichiarazioni di nessun tipo: «E’ presto, è un momento delicato per le indagini». Raggiunto al telefono, il consigliere dichiara: «Non ne so nulla e lo sto scoprendo solamente ora. Sono certo di non aver fatto mai, personalmente, nulla di illecito. Sicuramente andrò fino in fondo, con i miei legali». Poi aggiunge: «Sono stato amministratore delegato di Kishar per sei mesi, poi ho visto che l’azienda non lavorava più come prima ed era meglio ragionare sul chiudere. Eravamo una società che fatturava 400mila euro all’anno, quando andava bene. E tra l’altro, da Kishar nemmeno ci ho guadagnato, neanche un euro di rimborso: oltre il danno quindi anche la beffa». La notizia dell’inchiesta scatenerà un polverone, visto che siamo in odore di campagna elettorale? «Politicamente - così Unia - sarà sicuramente strumentalizzata».
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