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la cerimonia
15 Marzo 2025 - 19:47
La neve del Sestriere “spegne” il braciere degli Special Olympics Game ma non spegne i sogni di oltre millecinquecento atleti - con disabilità intellettiva, dei veri e propri super eroi -, provenienti da 102 paesi, che hanno preso parte alla manifestazione sportiva più inclusiva del mondo. Una sette giorni che ha regalato abbracci, inchini, gentilezza e storie, tante storie; quelle degli atleti, delle loro famiglie, lontane anche chilometri e chilometri di distanza l'una dall’altra ma che si sono ritrovate per sette giorni a fare festa e gioire non tanto per i risultati ottenuti tra piste da sci e palazzetti, quanto per non essersi posti alcun limite nelle loro corse, pattinate o partite disputate.
In mille, dicevamo, sono saliti al Colle mentre alla stessa ora altri cinquecento facevano festa al Pala Gianni Asti. Ai piedi delle piste la cerimonia dell'ammaina bandiera, lo spegnimento del braciere, i discorsi degli organizzatori e delle autorità presenti. Sotto il cielo di Sestriere è risuonato anche l’Inno di Mameli suonato dalla banda degli Alpini. Poi tanta musica, i balli nel piazzale riempito dagli atleti e poi i fuochi d’artificio finali a intrecciarsi con i copiosi fiocchi di neve posatosi sul Colle. C’è stato anche il passaggio di consegne tra Italia e Cile, prossimo paese organizzatore. Ad assistere al tutto anche tre ministri del governo Meloni, ovvero Alessandra Locatelli (Disabilità), il ministro Andrea Abodi (Sport) e il ministro Daniela Santanché. È toccato a loro tracciare un primo bilancio. «Ringrazio di cuore tutti gli atleti che hanno partecipato ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics - ha detto la Locatelli -. La tenacia, la passione e l’impegno che hanno dimostrato in questi giorni di gare sono un esempio prezioso che stimola tutti noi a proseguire lungo la strada che abbiamo scelto di percorrere: dobbiamo dare occasioni, offrire opportunità e continuare a investire nei talenti e nelle competenze di ogni persona».
«Ringrazio - ha continuato - in particolare gli atleti azzurri, i tecnici, i volontari, le famiglie, Special Olympics Italia e Special Olympics International per lo straordinario lavoro fatto e per le grandi emozioni che ci hanno regalato. Oggi si chiude un evento straordinario ma non si ferma il nostro impegno perché ogni persona possa esprimere le sue capacità». L’eredità ci sarà anche in termine di strutture create appositamente per la manifestazione internazionale: «Credo che sia stata la realizzazione di un grande sogno - ha detto invece la Santanché -. Ci lascerà nel cuore una grande forza che ci hanno dato i 1500 atleti, delle 100 nazioni: loro ci lasciano la forza, perché loro ci hanno fatto capire che quando c’è l’amore, la forza, la passione, la tenacia, non ci sono barriere. E questo è uno stimolo per tutti noi che a volte ci preoccupiamo di cose che ci fanno sembrare, al fianco loro, uomini molto piccoli».
«Quella degli Special Olympics - ha aggiunto - è una manifestazione che ricopre anche un lascito importante dal punto di vista turistico, con le 60 strutture tra Torino e le valli, 55mila pernottamenti. Sono state un grande ritorno anche dal punto di vista turistico. E poi tutte queste manifestazioni sono anche delle accelerazioni per gli investimenti: comunque qualcosa a Sestriere, a Bardonecchia proprio questi Special Olympics lo lasciano». Il ministro Abodi le fa eco: «Queste Valli vivono di sport - ha sottolineato il titolare del dicastero dello sport -, lo fanno dal 2006 ed è una tradizione che si riconferma evento dopo evento. Negli ultimi anni il Piemonte e Torino hanno conquistato il tennis diventando un punto di riferimento nazionale». E mentre «si spegne la torcia della speranza, si deve fare in modo di tenere accesa la speranza di inclusione per tutti. Lavoreremo per questo, a partire dallo sport».
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