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La Mensa Isiaca torna a casa

I migliori egittologi internazionali a Torino per due giorni

L'evento il 17 e 18 luglio. L'opera in esposizione al Museo Egizio fino al 24 luglio

Torino per due giorni diventa capitale internazionale di egittologia e archeologia. Lunedì 17 e martedì 18 luglio, al Museo Egizio il simposio internazionale “The Mensa Isiaca under review. Technical study and new interpretations”, realizzato in collaborazione con il J.Paul Getty Museum e il Getty Conservation Institute, riunirà esperti studiosi provenienti da tutto il mondo per due giornate di studi dedicate alla Mensa Isiaca.

Per questa occasione, dopo un’attenta opera di restauro, avvenuta tra il Centro di Conservazione e Restauro della Venaria Reale e Los Angeles, la Mensa Isiaca - una pala d’altare di un tempio dedicato alla dea Iside, realizzata attorno al I secolo d.C. molto probabilmente a Roma - tornerà in esposizione all’Egizio fino al 24 luglio. Al simposio torinese - i cui lavori verranno aperti dal direttore Christian Greco - si farà il punto sulle ultime evidenze scientifiche, emerse dall’analisi del reperto: ci saranno egittologi, archeologi ed esperti provenienti da prestigiosi atenei, come quelli di Oxford e Cambridge, ma anche da musei internazionali come il Louvre di Parigi.

La scoperta della Mensa Isiaca - una tavola d’altare in bronzo decorata con intarsi di fili e foglie in oro, argento e altri metalli con incisioni ispirate a temi egizi e al centro la figura della dea Iside in trono - suscitò scalpore e in passato diede il via a diversi studi, volti all’interpretazione dei suoi segni, che più tardi si comprese non essere geroglifici, ma solo motivi ornamentali e privi di significato. 

Dopo varie peripezie, nel 1832, la Mensa entrò a far parte della collezione del Museo Egizio e un mese fa, dopo l’esposizione nel 2018 al J. Paul Getty Museum nell’ambito della mostra “Oltre il Nilo”: L’Egitto e il mondo classico”, un gruppo di conservatori e di scienziati, alla luce delle nuove tecnologie, ha sottoposto il reperto a microscopia ottica assistita e spettroscopia di fluorescenza a raggi X, ottenendo informazioni dettagliate sulla composizione dei diversi metalli. Il simposio di Torino servirà a fare il punto della situazione.

«Il Museo Egizio si conferma crocevia di studi internazionali e di ricerca - hanno dichiarato la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco -, un’istituzione in continua evoluzione. La collezione del Museo unisce luoghi tra loro lontani, parla diverse lingue e richiama curatori e studiosi internazionali. Locale e globale si intrecciano in una rete che collega Torino non solo alle sponde del Nilo, ma anche alle principali città internazionali, nel segno della ricerca e dello scambio culturale».

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