Cerca

A Camera

La fotografia di Dorothea Lange: storie di vita e di lavoro

In mostra fino all'8 ottobre 200 immagini della reporter americana

La sua fotografia più iconica, inclusa dal Time tra le 100 fotografie più influenti di tutti i tempi, è quella della “Migrant mother”, la madre migrante. Ritrae una giovane madre dal viso segnato dalla fame. Dorothea Lange l’aveva scattata nel marzo del 1936 nei pressi di un campo di raccoglitori di piselli (il titolo originale, infatti, è Destitute Pea Picker) a Hoboken, nel New Jersey. Lì viveva la migrant mother con i suoi sette figli, in un agglomerato di baracche, tende e auto dismesse. Alla fotografa statunitense autrice di quello scatto, diventato simbolo della Grande Depressione, a Dorothea Margaretta Nutzhorn (Lange era il cognome della madre) è dedicata la mostra “Dorothea Lange. Racconti di vita e di lavoro” che si apre oggi, 19 luglio, a Camera - Centro Italiano della Fotografia con la curatela di Walter Guadagnini, direttore artistico del Centro di via delle Rosine 18, e di Monica Poggi (rimarrà visibile fino all’8 ottobre prossimo).

La rassegna prosegue nel solco tracciato da Camera di un progetto incentrato sulle grandi fotografe del Novecento, inaugurato con la mostra di Eve Arnold, e con la Lange raggiunge il picco della fotografia documentaria.
Sono oltre 200 le immagini che compongono questa retrospettiva, significative di un particolare periodo dell’attività dell’artista, quello compreso tra gli anni Trenta e Quaranta, quando Dorothea si unì alla Farm Security Administration e, all’interno di questo progetto realizzò alcuni dei suoi reportage più famosi. Compì diversi viaggi nello Utah, in Nevada, in Arizona e testimoniò la crisi climatica di quegli anni, la spaventosa siccità, le tempeste di sabbia che avevano desertificato 400.000 chilometri quadrati di terreni agricoli degli Stati Uniti. Così la Lange fotografò i contadini che lasciavano le terre, le condizioni di braccianti, immigrati, operai. Fotografò quella Migrant mother” di cui disse: «La vidi e mi avvicinai alla madre disperata e affamata nella tenda, come se fossi stata attratta da un magnete. Ho scattato sei foto, avvicinandomi sempre di più dalla stessa direzione. Non le chiesi il suo nome né la sua storia. Lei mi disse che aveva 32 anni».


In contemporanea oggi Camera presenta la collettiva di giovani talenti del progetto Futures Photography con “Futures
2023: nuove narrative” a cura di Giangavino Pazzola. In mostra una quarantina di scatti in cui sei ragazzi, selezionati per il programma europeo di promozione e valorizzazione degli artisti emergenti, esplorano il tema della rappresentazione visiva della contemporaneità. Si tratta di Andrea Camiolo, Nicola Di Giorgio, Zoe Natale Mannella, Eleonora Roaro, Sara Scanderebech, Alex Zoboli.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.