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Torino come Firenze: ecco i capolavori dell'arte fiamminga

Le opere di Brueghel, van Dick, Rembrandt e tanti altri saranno in mostra alla Galleria Sabauda dall'11 maggio

Che i Savoia avessero “une collection très nombreusese des Maîtres flamands ”, una collezione molto ricca dei maestri fiamminghi, lo diceva già nel Settecento l’incisore Charles-Nicolas Cochin, custode dei disegni del gabinetto del re di Francia. Una ricchezza di dipinti, merito, in particolare, del principe Eugenio, che impressionava gli stessi viaggiatori europei del Gran Tour visitando la nostra città.

È, infatti, proprio a Torino che oggi si trova la più importante raccolta italiana, insieme con quella degli Uffizi, di pittura fiamminga e olandese. Per avere un’idea della magnificenza e varietà di questa collezione, da non perdere la visita al secondo piano della Galleria Sabauda della “Collezione del Principe Eugenio di Savoia Soissons e la Pittura Fiamminga e Olandese”. Aprirà al pubblico sabato 11 maggio il nuovo allestimento permanente, a cura di Annamaria Bava e Sofia Villano, progettato da Loredana Jacopino e sostenuto dal Ministero della Cultura, dedicato alla prestigiosa raccolta del principe Eugenio - raccolta che aveva radunato nelle sue dimore viennesi, poi confluita a Torino grazie all’acquisizione del re di Sardegna Carlo Emanuele III -, ai maestri primitivi nordici, a raccolte successive, come quella veneziana di Giovanni Bodissoni acquistata da Carlo Emanuele III, alle scuole italiane del Seicento. Tra le 180 opere in mostra, alcune delle quali uscite dai depositi in cui giacevano da tempo, non si contano i capolavori.

Come il “Vecchio dormiente” di Rembrandt, uno dei rari dipinti autografi del pittore olandese presente nei musei pubblici italiani. Un dipinto giovanile che il pubblico potrà apprezzare in ogni dettaglio grazie ad una lente di ingrandimento messa a disposizione. E poi “La vanità della vita umana” di Brueghel il Giovane, la “Santa Margherita” di Nicolas Poussin, il “San Girolamo” di Guido Reni, “Amarilli e Mirtillo” di Antoon van Dick, le tele di Guido Reni, le nature morte di Brueghel il Vecchio, il “Baccanale” del Grechetto e altro ancora.


La particolarità dell’allestimento sta nel presentare le opere tenendo conto della loro collocazione originale nelle residenze auliche del principe, come il Belvedere Superiore e il Belvedere Inferiore di Vienna. Il tutto reso possibile dalle testimonianze figurative delle incisioni eseguite su disegni di Salomon Kleiner e pubblicate tra il 1731 e il 1740. Il nuovo riordino delle collezioni è anche l’occasione per esporre per la prima volta la tela di Giovanni Antonio Burrini “Bacco e Arianna”, acquisita nel 2022 dal Ministero della cultura per 175 mila euro. Infine, da segnalare la sala dedicata alla pittura al femminile tra Cinquecento e Seicento.

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