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Al Miit

L'avvocato scultore che fece delle sue opere emoticon in terracotta

Al museo di corso Cairoli 4 la mostra dedicata a Fernando Delìa, fu l'autore del busto di Bruno Caccia

Quante volte nella vita capita di dover fare di necessità virtù. Di essere costretti a mettere in campo forze e talenti che non si pensava di possedere, per piegarsi alle esigenze della quotidianità. Ebbene, a lui, a Fernando Delìa, avvocato torinese 1939 scomparso nel luglio 2022, capitò esattamente l’opposto. Nato con una rara virtù artistica, la dovette mettere da parte per il foro, la professione di un’intera esistenza, fino a quando non decise di coniugarla con il suo amore per la scultura, in terracotta e bronzo. E fu un bene che lo fece, dato che da lì in poi vennero alla luce le più originali e creative opere d’arte che l’Italia abbia mai visto per quanto riguarda l’aspetto emozionale.


Dettato, manco a dirlo, dal lavoro di Delìa a spasso per i tribunali e dal suo profondo spirito di osservazione. L’universo dell’avvocato scultore, come tutti lo ricordano, il papà degli emoticon dell’arte, rivive da oggi al 2 giugno in una mostra personale al Miit (Museo Internazionale Italia Arte) di corso Cairoli 4, diretto da Guido Folco. “Fernando Delìa. Artistico guazzabuglio”, si intitola così l’esposizione curata fin nei minimi dettagli, un vero e proprio omaggio da parte del gioiellino privato di corso Cairoli che in questa occasione si fa sentire in città attraverso un atto dovuto nei confronti del grande artista.


Dalle sue mani e dalla sua mente nacquero così tutta una serie di figure legate al mondo dei processi, “Il calunniatore”, “Gli inquirenti”, “Il pubblico ministero”, e poi le emozioni e gli atteggiamenti come “Il rimorso”. E proprio lui, ancora, fu l’autore dei busti dedicati a Bruno Caccia e a Fulvio Croce, posizionati nell’atrio d’ingresso e nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Torino, o quello che ricorda il Papa emerito Benedetto XVI in Vaticano, presso la Casina Pio IV.


L’arte di Fernando Delìa è un’arte quotidiana e intimista, fortemente caratterizzata da uno sguardo interiore e profondo sull’uomo, sulla sua storia, sul suo destino.
I personaggi immortalati da Delìa possono essere i nostri vicini di casa, o chi la casa non ce l’ha più, come “Gli sfrattati”, tristemente in cammino sulla scala di un’esistenza tra alti e bassi, lo sconosciuto osservato nel parco, seduto su una panchina a meditare sulla sua vita.


«Trovo difficile spiegare come sia nato in me il desiderio di modellare e per quale motivo - spiegava Delìa -. È una necessità che ho sempre sentito e che non riesco a definire razionalmente. Posso cercare di spiegarlo guardando quello che più spesso è l’oggetto delle mie opere, cioè la figura umana, di preferenza il volto e le mani, nella quale però non è il bello che mi attira ma la caratterizzazione forse la deformazione (mai la deformità)».

Biografia

Nato a Trieste. Fin da piccolo ha manifestato una spiccata attitudine per il disegno e la scultura. A Bologna ha studiato privatamente anatomia artistica e la tecnica del modellato. A Torino, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza ed ivi ha esercitato la professione forense. La sua prima Mostra personale, presso la Galleria La Conchiglia di Torino, risale al 1975. Da allora ha partecipato, con continuità, a diverse importanti "mostre collettive" a Roma, Milano e Torino. Ha organizzato mostre personali a Final Borgo e a Saint Vincent (c/o Hotel Billia) e, in Torino, presso diverse Gallerie, tra cui citiamo: Galleria La Conchiglia – Galleria Eskenazi Arte – Società promotrice delle Belle Arti – Piemonte artistico – Fondazione Fulvio Croce c/o Palazzo Capris – Galleria Selene Promo – Mirafiori Motor Village – Villa Gualino – Galleria Fogliato. In diversi palazzi pubblici sono esposti   busti commemorativi da lui realizzati e dedicati a: Avv. Fulvio Croce (Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Torino), Dott. Bruno Caccia (Atrio d'ingresso del Palazzo di Giustizia di Torino), Dott. Luca Bosso (Cimitero di Greggio), Papa Emerito Benedetto XVI (Città del Vaticano, Casina Pio IV), Imperatore Pertinace (Comune di Treiso).

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