Circa duemila lavoratori in sciopero e qualche decina di studenti ieri mattina hanno sfilato per le vie del centro città nella manifestazione organizzata dai sindacati di base Cub, Usb e Cobas, contro il governo Draghi, il precariato e l’obbligo Green Pass che scatterà il 15 ottobre. Il corteo, a cui hanno partecipato varie categorie di lavoratori (mondo della della scuola, sanità, corrieri, dipendenti di supermercati, agricoli, vigili del fuoco, e tanti altri) è partito da piazza Arbarello e si è concluso davanti alla Regione in piazza Castello, non senza disagi per il trasporto pubblico e attimi di tensione. Gli attacchi, nonostante il corteo sia stato pacifico, non sono mancati alcuni momenti “caldi”. Davanti alla sede dell'Ufficio Scolastico Regionale alcuni studenti hanno bruciato una cartonato con l'immagine di Mario Draghi e una bandiera dell'Europa. Proseguendo, davanti agli uffici della multiutility Iren e a Palazzo Civico, sono stati lanciate uova e “bombe” di vernice rossa contro le forze dell’ordine. I “lanciatori”, studenti vicino all'area antagonista e ai centri sociali, hanno preso di mira gli agenti di polizia schierati a difesa dell’ingresso del Comune. Qui si è anche sfiorata la rissa tra i manifestanti anarchici e altri partecipanti al corteo. La Digos è già a lavoro per identificare i responsabili. «Siamo qui per chiedere più spazi in classe e sui mezzi pubblici, diciamo basta alla scuola vista come azienda, l’alternanza scuola lavoro non ci viene pagata, siamo sfruttati» sottolinea Tommaso Greco, del Fronte gioventù comunista, insieme ad altri collettivi. Alla manifestazione hanno aderito anche i No Tav e Rifondazione Comunista. No Pass e precariato A sventolare le bandiere dei sindacati c’erano centinaia di lavoratori che hanno espresso il loro malcontento, non sol tanto contro l’obbligo di certificato verde, ma, più in generale, contro il precariato. «In questi due anni non è stato fatto nulla per l’edilizia scolastica e molte insegnanti non ricevono lo stipendio da inizio anno» sottolinea Giulia Bertelli, segretaria Cub Scuola. Tra i manifestanti c’erano diversi corrieri Bartolini, FedEx, dipendenti di supermercati Dimar e In’s, lavoratori del Caat e perfino pompieri con tanto di elmetto rosso: «Siamo contro il Green Pass perché i tamponi sono a carico nostro, molti di noi sono precari e siamo sotto organico del 50%» spiega Riccardo Zaccaria, caposquadra dei vigili del fuoco e coordinatore provinciale Usb. I problemi non mancano neppure per chi lavora nelle Rsa. «I protocolli di sicurezza anti-Covid rendono molto più gravoso il carico di lavoro. Chiediamo la reinternalizzazione dei servizi a gestione pubblica e l’abolizione dei minutaggi» dichiara Elisa Petrogallo. A manifestare contro il Pass anche lavoratori della cultura: «Lavoro alla reggia di Venaria e siamo una ventina i non vaccinati. L’obbligo è un sopruso» sottolinea Enzo Miccoli. «Al Regio - aggiunge Dario Gatti - sono già state lasciati a casa 50 lavoratori precari». Altro problema sollevato è quello del caporalato: «I lavoratori agricoli vengono pagati appena 4 euro l’ora - evidenzia Patrick Conde, Usb - , in Piemonte ci sono 5mila braccianti precari, alcuni vivono per strada perché non possono permettersi una casa».
(foto Tonino di Marco)CORTEO DEI SINDACATI DI BASE(foto: Tonino Di Marco)IL SERVIZIO di Tonino Di Marco
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