Cerca

L'intervista della settimana

Dall’orsa Amarena alla Luna: tutta la storia del fotografo dei record

Non solo lo scatto premiato dalla Nasa: Valerio Minato si racconta dagli esordi alle critiche social

Ormai tutti lo conoscono come il torinese che ha “allineato” Superga, il Monviso e la Luna. Ma il 42enne Valerio Minato è molto di più del fotografo premiato a Natale dalla Nasa: in quest’intervista racconta tutta la sua storia, corredata da alcune delle sua foto più belle selezionate dalla nostra redazione.

Come ha iniziato a scattare?
«Ho fatto per anni l’operaio, poi ho dato una sterzata alla mia vita nel 2005 dopo un grave incidente sul lavoro. Mi sono trasferito da Biella a Torino, mi sono laureato in Scienze forestali e intanto mi sono comprato una macchina fotografica. Non avevo nessuna velleità, doveva essere solo un hobby».
Invece è diventata una professione.
«Scattavo foto di Torino e le pubblicavo sul mio sito, su Facebook e su Instagram. Lì, piano piano, ho creato un seguito che mi ha permesso di fare calendari, mostre e stampe delle foto con cui raccontavo questa città magica. E oggi ho l’orgoglio che i miei scatti siano in tantissimi case e uffici, all’aeroporto di Caselle, sui manifesti delle Atp Finals».


Cos’ha di speciale Torino dal punto di vista fotografico?
«Al di là delle bellezze architettoniche, fa la differenza dove si trova: ha le colline e le montagne attorno, cui si aggiungono i tanti parchi e i tre fiumi che l’attraversano. Tutto questo crea dei paesaggi bellissimi e molto vari da immortalare».

Negli anni, poi, l’attività si è spostata fuori da Torino.
«Ho allargato i miei orizzonti a livello paesaggistico e naturalistico. D’altronde, quando viaggio, ho sempre due compagne, la mia cagnolina Polenta e la macchina fotografica. In questi anni ho scattato in Islanda, in Etiopia e in Libia, per esempio. La scorsa estate sono andato in Abruzzo e, dopo tanti appostamenti, sono riuscito a fotografare l’orsa Amarena e i suoi cuccioli: purtroppo, quando è stata uccisa, è diventata una sorta di necrologio. Non avrei mai voluto, è sicuramente il mio scatto più triste».


Quello più felice risale a meno di un mese fa, con la Basilica di Superga, il Monviso e la Luna allineati. E la Nasa l’ha premiata come foto del giorno di Natale.
«E’ sicuramente quella più famosa e attesa: l’idea mi è venuta sei anni fa e sono riuscito a realizzarla solo a metà dicembre, dopo tanti tentativi e ore di “appostamenti”».
Alla fine ne è valsa la pena, visto il risultato.
«Sì, anche se io fotografo soprattutto per me stesso. A me piace mettermi alla prova e scatti come quello me lo consentono. E la vera soddisfazione è quando riesco a raggiungere l’obiettivo. Poi, ovviamente, mi fa piacere se i miei lavori piacciono anche anche agli altri».
Però questa foto ha portato anche tanti dubbi e critiche da parte di chi parla di “fake”.
«E’ diventata talmente virale che ha attirato di tutto, comprese modifiche e prese in giro divertenti. Gli “haters” mi fanno più che altro pena e tenerezza: c’è chi lo fa apposta, c’è chi non ci arriva e chi muore dall’invidia. Gli ultimi sono i peggiori ma io non mi curo di loro. Ho tante altre persone che mi seguono, mi difendono e sanno che una foto del genere è realizzabile con certe condizioni e un certo tipo di lavoro».
E adesso che succede?
«Adesso aspetto che passi questa “onda” di clamore che mi sta riempiendo di gioia. Ma non è un punto d’arrivo: tornerò a fare il mio lavoro, ho tante idee in mente che voglio realizzare. Per ora preferisco non svelarle, anche per scaramanzia».

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Valerio Minato (@valeriominato)

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.