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Giorno del ricordo

A Torino la cerimonia “per non dimenticare”: «Dobbiamo essere saldi a difesa dei valori»

Davanti al monumento dedicato alle vittime delle foibe e all’esodo degli istriani, fiumani e dalmati

Cerimonia, questa mattina, al cimitero monumentale di Torino per la Giornata del Ricordo davanti al monumento dedicato alle vittime delle foibe e all’esodo degli istriani, fiumani e dalmati.

«Una tragedia confinata nell’oblio per decenni», ha detto il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, ricordando che «la nostra istituzione, anche insieme al Comitato regionale per la Resistenza e Costituzione, ha promosso numerosi appuntamenti per tramandare la memoria di una vicenda che ha toccato in modo significativo anche Torino e il Piemonte che hanno accolto con moltissimi esuli».

«È dovere delle istituzioni - ha detto la vicesindaca Michela Favaro - cercare di dare un significato a queste tragedie di cui purtroppo la storia è costellata e per farlo dobbiamo difendere i valori della pace tolleranza e inclusione che, come ha detto il presidente Mattarella, sono gli anticorpi perché queste tragedie non si ripetano».

A portare la voce di quella storia e di quelle famiglie Giulia Cnapich, consigliera del comitato di Torino dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. «Quello che stiamo cercando di fare - ha spiegato - è raccogliere e raccontare le piccole storie delle persone che fanno parte di una storia più grande. Ascoltare e tramandare. Lontani da polemiche e questioni politiche, noi figli e nipoti abbiamo il dovere di tramandare queste vicende umane».

Davanti al grattacielo della Regione Piemonte, invece, sono state alzate le bandiere delle terre del Confine Orientale d'Italia. «Con questo gesto simbolico - dichiara l'assessore all'emigrazione, Maurizio Marrone - omaggiamo i tanti esuli fiumani, istriani, giuliani e dalmati che hanno dovuto ripartire da zero nel nostro territorio dopo essere stati cacciati dalle loro case dalla violenza titina, nel ricordo commosso dei loro familiari infoibati. Sono tutti nostri fratelli e sorelle». 

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