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Cinema

“Barbie” da record: 5 milioni in tre giorni. E le sale torinesi restano aperte per ferie

La città si colora di rosa: «Un successo eccezionale, anche nella versione in inglese»

Lei può essere tutto ciò che vuole, lui è solo Ken”. Lei è Barbie, la bambola delle bambole ideata da Mattel nel 1959, così perfetta e rivoluzionaria tanto da essere diventata molto più di un gioco, ma un vero simbolo di bellezza, di perfezione, di potere e indipendenza. E lei, “Barbie”, il film evento di Greta Gerwin (Golden Globe Miglior film commedia o musicale nel 2017 per “Lady Bird” finito anche in nomination agli Oscar così come il suo “Piccole donne” del 2019) è già da record con oltre 5 milioni di euro incassati nei suoi primi tre giorni di programmazione nelle sale italiane.

Questa la cifra ottenuta al botteghino dal giorno di uscita, giovedì 20 luglio a sabato 22, che fa della pellicola con la splendida Margot Robbie e l’azzeccatissimo Ryan Gosling il miglior esordio di luglio degli ultimi dodici anni e il terzo miglior esordio di sempre dopo “Spider-Man: no way home”. Bisogna risalire, infatti, al 2011 e a “Harry Potter e i doni della morte parte 2” per vedere cifre superiori a quelle di “Barbie” durante lo stesso mese. Si parla di soldoni che regalano una boccata di ossigeno agli esercenti torinesi, negli ultimi anni fortemente provati dal Covid e dalla concorrenza delle piattaforme online.

«Un successo eccezionale, non vedevamo numeri così da secoli – spiega Luigi Boggio dell’Ideal di piazza Statuto– mentre al botteghino si avvicinano ragazze vestite di rosa, dai top ai leggings, ogni particolare è buono per sfoggiare la propria barbiemania – le cifre parlano chiaro, “Barbie” è un fenomeno, il titolo perfetto per rilanciare le sale. Non ci aspettavamo un risultato simile». Barbie, Barbie, Barbie, la scritta riportata sulla T-Shirt di Roberto R. che mentre fa la coda al Cinema Ambrosio per comprare il suo biglietto sfoggia con orgoglio uno dei tantissimi pezzi di merchandising firmato Mattel e legati al film Warner Bros.

«Sì, anche per il nostro target amante del cinema d’autore “Barbie” è un titolo gettonatissimo – spiega il proprietario della sala di corso Vittorio Emanuele, Sergio Troiano – siamo quasi sempre sold out, soprattutto per quanto riguarda le proiezioni in inglese che piacciono tanto agli adolescenti. È il film che ci voleva per regalarci un po’ di serenità. Gli incassi sono da capogiro» e, certamente, contribuiranno a far sì che la maggior parte dei cinema cittadini questa volta non chiuda per ferie. A fare traino per un’estate all’insegna della settima arte ci sono anche altri titoli da botteghino come “Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno”, “Indiana Jones e il quadrante del destino”, per non parlare dell’attesa per l’uscita, il 23 agosto, di “Oppenheimer” di Christopher Nolan già additato dai critici internazionali come il “film del secolo”. Si vedrà, ma intanto la parola, oggi, è tutta della bionda senza tempo.


La trama di "Barbie"

Barbie stereotipo una vasta gamma di altre Barbie risiedono tutte a Barbieland, una società matriarcale in cui tutte le donne sono sicure di sé, autosufficienti e di successo. Mentre le loro controparti Ken trascorrono le loro giornate impegnandosi in attività ricreative in spiaggia, le Barbie ricoprono tutte le posizioni lavorative importanti, lavorando come medici, avvocati e politici. Ken stereotipo, il fidanzato di Barbie è felice solo quando è con Barbie e cerca una relazione più stretta, ma Barbie lo respinge a favore dell'indipendenza e delle amicizie femminili. Durante una festa da ballo, Barbie stereotipo viene improvvisamente colpita dalle preoccupazioni per la propria mortalità. Il giorno successivo scopre di non poter più completare la sua solita routine e attività, e i suoi capelli e la sua pelle non sono più privi di imperfezioni. Incontra Barbie stramba, un'emarginata locale, che le dice che, per curare la sua misteriosa afflizione, deve viaggiare nel mondo reale e trovare la bambina che gioca con lei.

Com'è nata la Barbie

Mentre Ruth Handler (1916-2002) guardava sua figlia Barbara giocare con bambole di carta, si rese conto che spesso le piaceva dare alle bambole ruoli da adulti. All'epoca la maggior parte delle bambole rappresentava neonati. Intuendo che poteva trattarsi di una ottima scelta di mercato, Ruth suggerì l'idea di una linea di bambole dall'aspetto adulto a suo marito Elliot, cofondatore della casa di giocattoli Mattel. Inizialmente l'idea non sembrò entusiasmarlo molto ma, dopo che seppe di una bambola simile commercializzata in Germania (la Bild Lilli), si disse d'accordo. Ruth, aiutata dall'ingegnere Jack Ryan, creò la prima Barbie, a cui fu dato il nome della figlia, Barbara. La bambola esordì nei negozi il 9 marzo 1959, con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda; successivamente però sarebbe apparsa quasi sempre bionda. Costruita in Giappone, nel primo anno ne furono venduti 350.000 esemplari. L'8 marzo 1974 venne prodotta per la prima volta a San Francisco una Barbie snodabile. È la bambola più venduta al mondo.

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