l'editoriale
Cerca
Il caso
29 Settembre 2025 - 18:31
Dopo i racconti circa l’aggressione a Ettore Canton, margaro di 61 anni morso da un lupo nei pressi dell’alpeggio di Pian dell’Alpe (Usseaux), l’associazione nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita rurali chiede l’abbattimento dell’animale: «Anche se è specie protetta, la direttiva Habitat lo consente in casi come questo». Canton era intervenuto per difendere una pecora: uno dei due lupi si è allontanato, l’altro ha morso. L’uomo è stato medicato a Pinerolo. Prognosi: ferite non gravi, guaribili in 14 giorni. L’associazione spera sia stato eseguito un tampone per il Dna sui pantaloni, utile a risalire all’esemplare. E attacca l’ente parchi delle Alpi Cozie, reo – a loro dire – di aver giustificato il gesto del lupo come “reazione istintiva”.
Ma c’è anche chi, partendo dagli stessi fatti, arriva a conclusioni molto diverse. A cominciare dall’assessore alle Politiche animali, Fiodor Verzola, che invita a cautela, prima di scrivere la parola fine a una vicenda che presenta ancora troppe zone d’ombra. «Mi dispiace per l’uomo, a cui auguro una pronta guarigione. Il lupo molto difficilmente attacca l’uomo. È un predatore, certo. Ma la sua caccia è una sequenza di movimenti codificata, mai improvvisata. Non si lancia in un confronto alla pari, non rischia». In quella scena, secondo quanto raccontato, c’erano due lupi, un cane, un uomo. Uno dei predatori è scappato. L’altro ha morso. «Un comportamento che torna ma soltanto in virtù dell’istinto di protezione della preda» dice Verzola. «Il lupo attacca solo se è certo di poter predare: cioè quando davanti non ha un essere che può competere. Queste sono storie». Nel frattempo, la presenza del lupo riempie le cronache locali. Avvistamenti in pianura, tra San Mauro e il Canavese. L’animale che fino a qualche anno fa sembrava esistere solo nei racconti di montagna ora attraversa i confini della percezione collettiva. E nasce la domanda: dobbiamo aspettarci che i lupi diventino i nuovi cinghiali? «Siamo distratti» risponde Verzola. «Abbiamo parlato dei cinghiali, ma il lupo è nel mirino da tempo. In Europa si è già aperta la strada per il suo declassamento da specie altamente protetta a semplice specie protetta. È il primo passo per autorizzarne l’abbattimento. Ed è un errore grave». Il vero tema – aggiunge – è il modo in cui si guarda alla fauna selvatica. «Ormai gli animali vengono divisi in due categorie: quelli domestici, da proteggere, e quelli ritenuti dannosi, da eliminare. Tutto ciò che non si riesce a controllare si finisce per volerlo abbattere. Ma il lupo è l’unico vero regolatore naturale della fauna. Toglierlo significa spalancare le porte a un’esplosione di ungulati, cinghiali, caprioli, quelli che poi distruggono le colture. E allora non ci si potrà lamentare dei danni». Verzola insiste su un punto: «Dietro questa richiesta di abbattimento ci sono spinte lobbistiche, interessi economici. Si guarda alla protezione del pascolo – che è legittima – ma si dimentica tutto il resto. Compresa la biodiversità. La questione non è ideologica, né animalista. Si tratta di equilibrio». Soluzioni?
«Esistono. I cani da guardiania sono una risposta naturale, già usata in tanti contesti. Servirebbe incentivare la loro presenza e costruire strategie di convivenza, non rincorrere sempre lo sparo come unica via».
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..