Nei quartieri della movida si trovano soprattutto marijuana e hashish, in Barriera di Milano vincono le droghe più pesanti. Come l’eroina, ritornata a circolare fra le strade di Torino: lo dicono le indagini e i sequestri delle forze dell’ordine, che permettono tracciare una “mappa” degli stupefacenti in città.
I dati dei sequestri Il punto di partenza di questa mappa arriva proprio dai numeri dei sequestri effettuati lo scorso anno. Dati che registrano un crollo dei cosiddetti cannabinoidi, cioè marijuana, hashish e simili: nel 2021 ne furono sequestrati oltre 43 quintali, scesi a 3 nel ’22 (meno 92%). Nello stesso periodo la cocaina sequestrata si è dimezzata, passando da mezzo quintale a 22 chili (meno 54%). Nel frattempo l’eroina è raddoppiata (da 3 chili e mezzo a oltre 8, più 129%) ma, soprattutto, sono cresciute le quantità di droghe sintetiche sotto sequestro: da 1 chilo e mezzo a oltre 12 chili, con una crescita vicina al 706%. Significa che marijuana e hashish la fanno ancora da padrone ma presto saranno “soppiantate” da altre sostanze come l’ecstasy? «Bisogna partire dal presupposto che queste statistiche dipendono dalla nostra attività d’indagine - specifica Luigi Mitola, dirigente della Squadra mobile della polizia - Per esempio, il dato di hashish e marijuana è “dopato” dai sequestri dopo l’arresto del boss Vittorio Raso in Spagna. Quindi non bisogna focalizzarsi sui numeri». A parte uno: «L’unico dato significativo e in controtendenza è quello dell’eroina: dopo i grossi problemi degli anni ‘80 e il successivo calo, ora c’è un ritorno. Però le forme di assunzione sono diverse: s’inietta meno e viene inalata di più». D’altro canto non bisogna sottovalutare neanche il possibile aumento delle droghe sintetiche, le cosiddette “smart drugs”.
L’arrivo dei carichi Ma da dove arrivano queste sostanze che poi vengono “distribuite” per le strade di Torino? «Il commercio al minuto è il terminale di una filiera complessa, che vede tanti attori e tanti interessi. A partire dalla criminalità organizzata, sia straniera che nostrana». In strada ci sono quasi solo africani, però: «Quella è la manovalanza, a livelli più alti ci sono gli investimenti di albanesi e italiani. Tra questi ci sono anche mafiosi calabresi: probabilmente la ‘ndrangheta trae il grosso del suo guadagno in Piemonte dal traffico degli stupefacenti». Da dove arrivano le droghe? «Marijuana e hashish provengono dalla rotta balcanica ma anche dal Nord Europa e dall’Africa, passando da “broker” in Spagna. Ma ci sono molti carichi anche “in corpore” grazie a persone che arrivano via mare. E abbiamo mappato anche un grosso trasporto su gomma: ci sono corrieri che aggiungono la droga alle altre merci che trasportano. Come dimostrato da recenti indagini, Torino è poi un centro di smistamento per i clienti sparsi in tutta Italia».
Il mercato a Torino Gli albanesi “gestiscono” cocaina, marijuana e hashish. Ma i cannabinoidi sono appalto soprattutto dei magrebini. In strada, però, le nazionalità cambiano: lo spaccio al minuto viene gestito da centrafricani per eroina, cocaina e crack, soprattutto nella zona del Ponte Mosca e nelle “piazze di spaccio” di Barriera di Milano. Hashish e marijuana, appannaggio dei nordafricani, sono più al Valentino, a San Salvario, Barriera Nizza e piazza Bengasi. E, di recente, anche la movida di Santa Giulia e del centro ha attirato «sacche di spaccio». Non c’è il rischio di scontri fra le diverse organizzazioni? «Non credo, il mercato è talmente ampio che permette a tutti di “campare” - risponde Mitola - C’è una richiesta talmente grande da soddisfare l’offerta, che è decisamente diffusa: bisognerebbe riflettere su quello e intervenire sulla tutela della salute, oltre a ragionare sulla repressione da parte nostra». Quanti siano i clienti e quanti siano i pusher, però, è difficile da sapere: «Notiamo che, purtroppo, la criminalità organizzata ha estrema facilità a reclutare manovalanza. Oggi non c’è più il “rapporto di fiducia” tra spacciatore e tossicodipendente, che facilitava anche le nostre indagini: conta il luogo, il consumatore sa che basta andare in una delle “piazze di spaccio” per trovare esattamente la sostanza cerca. Purtroppo i nostri arresti non interrompono la catena: i pusher vengono subito sostituiti».
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