Torino è la città più inquinata d’Italia. O almeno è quella che, nel 2022, ha sforato più volte i limitigiornalieri di polverisottili: tra i centri che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10, Torino si piazza al primo posto con 98 giorni di sforamento, seguita da Milano con 84 e Asti con 79. Assieme a Modena, Padova e Venezia hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti di Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo). Sono i dati del rapporto annuale di Legambiente “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi” per combattere l’inquinamento atmosferico: «Non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - In Europa è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52mila decessi annui da Pm2.5, pari a un quinto di quelli rilevati in tutto il continente. È necessario agire urgentemente per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall'industria all’agricoltura». Ciafani indica la necessità di «investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle bici, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso». Sul tema, intanto, interviene il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto: «L’inquinamento da polveri sottili nelle città italiane è un problema complesso a cui finora non si è riusciti a dare una soluzione strutturale. Ora le misure finanziate dal Pnrr ci danno, assieme alle iniziative delle amministrazioni locali, l’occasione di accelerare l’azione di contrasto a questa minaccia ambientale». Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, riporta Pichetto, destina due miliardi alla produzione di biometano, «che può sia alimentare gli impianti di riscaldamento che sostituire il metano per l’automotive con una fonte pulita e rinnovabile. Stiamo anche lavorando alla promozione del trasporto elettrico, con un investimento sulle stazioni di ricarica da 740 milioni, per oltre 21mila colonnine da realizzare in centri urbani e superstrade».
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