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Ripetitori, cabine elettriche e incendi: le azioni in città dei gruppi anarchici

Ripetitori, cabine elettriche e incendi: le azioni in città dei gruppi anarchici
Sono una sessantina, a partire dalla fine di ottobre, le azioni rivendicate sul web dalla galassia anarchica in varie località del mondo, dagli Stati Uniti alla Grecia, come sostegno ad Alfredo Cospito, il torinese in sciopero della fame dal 20 ottobre per protestare contro il regime di 41 bis cui è sottoposto in carcere. L’elenco comprende in prevalenza danneggiamenti e incendi di auto e furgoni: episodi commessi in Sudamerica, Francia, Germania, Grecia e Italia (più uno a Milwaukie, località dell’Oregon). Non tutti sono trapelati sugli organi di informazione; in pochi casi, le forze non hanno dato o non hanno trovato conferme di quanto avvenuto. Per ciò che riguarda Torino - dove ieri sera un gruppo di anarchici ha bloccato il traffico in via Guido Reni nei pressi del Cpr, ma senza incidenti - nonostante i foschi presagi dello storico leader Pasquale Valitutti, le azioni insurrezionaliste o rivoluzionarie dei gruppi anarchici hanno avuto finora un profilo basso. Anche la contestazione di ieri sera non è durata a lungo e i manifestanti si sono allontanati sospinti dalle forze dell’ordine. In questi tre mesi in provincia di Torino è stato incendiato un ripetitore (televisivo) sulle colline di Pecetto, un altro (telefonico) a Gassino e ci sono stati alcuni tentativi (ma non sono mai stati rivendicati) di sabotaggio di cabine elettriche. Senza contare gli imbrattamenti dei muri di palazzi della città (almeno un centinaio da ottobre) e incendi a cassonetti dei rifiuti (una ventina) durante cortei o manifestazioni e i volantini di minaccia (ripresi dal web) a politici e magistrati. Quel che è certo, almeno secondo gli investigatori della Digos, è che in città, terminata l’epoca Cospito, seguaci in grado di porre in essere azioni violente non ce ne siano. «Minacce sì, quelle sempre», ma ci si ferma lì. Come se gli anarchici oggi non avessero risorse sufficienti per operazioni di «insurrezione armata». Ma questa potrebbe essere anche una strategia studiata a tavolino, «quella di mostrare un volto movimentista che gli anarchici non hanno mai avuto e che nelle scorse settimane aveva fatto sospettare ad una sorta di incontro con i gruppi dell’autonomia». Ma, evidentemente, gli antagonisti sembrano guardare da un ’altra parte. Intanto nel centro clinico di Opera Alfredo Cospito trascorre le ore di socialità con altri tre detenuti, esponenti della criminalità organizzata, che come lui sono ricoverati al centro clinico in regime di 41 bis. Nessuna passeggiata all’esterno, invece, per prendere una boccata d’aria, a causa delle sue condizioni di salute precarie. Personale sanitario e magistrati stanno monitorando l’evoluzione della situazione e se lo stato di salute dell’anarchico dovesse precipitare, allora verrà trasferito nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo. Da quando, qualche giorno fa, il 55enne ha deciso di rifiutare anche gli integratori è aumentato il rischio di crisi cardiache. Per questo è sempre più concreto il ricovero ospedaliero.
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