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Il super teste con lo skate: «Urlavano “scappa, corri”»

Il super teste con lo skate: «Urlavano “scappa, corri”»
«Hanno sollevato una bicicletta a noleggio elettrica e dopo averla sollevata si sono diretti verso il piazzale in prossimità della scala per scendere ai Murazzi. I tre, reggendo la bici dalle due ruote e dal telaio, l’hanno sollevata in aria per lanciarla oltre il parapetto». A parlare, il 25 gennaio, in un ufficio dei carabinieri, è M.V., il testimone chiave. Un ragazzo che dopo aver trascorso la serata con gli amici, nella notte maledetta percorre lungo Po Cadorna in direzione corso San Maurizio. Ascolta musica con le cuffiette, in mano ha uno skate. E davanti ai carabinieri ricorda due ragazze che passeggiano cinque metri davanti a lui e poi, arrivati all’incrocio con corso San Maurizio si uniscono a tre ragazzi. Il giovane con lo skate ricorda altezza, colore dei capelli, come erano vestiti. «Le ragazze avranno avuto più di 18, 20 anni», una aveva «una tuta nera con due righe laterali bianche come pantalone, un cappuccio, piumino». I ragazzi «erano tutti più alti, non potevano avere più di 18 anni. Anche loro erano tutti in tuta, avevano tutti il cappuccio tranne uno che aveva i capelli ricci color castano, corti ai lati e ricci sopra». Uno aveva «una tuta scura e una felpa bianca, con un piumino smanicato credo blu scuro». Almeno due «credo avessero un borsello a tracolla». Una descrizione precisa, meticolosa, di chi ha uno spiccato senso di osservazione. E una testimonianza chiave, quella del giovane che raccogliendo gli appelli lanciati nei giorni successivi al dramma ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri. Compreso il lancio della bicicletta, con le giovani che «si limitavano a guardare il gesto». Il testimone oculare ricorda di non aver sentito «alcun rumore, nè di urla, nè di impatto» dato che ascoltava musica con le cuffie. Ma, prosegue, «mi sono reso conto che i cinque avevano una reazione come se si fossero resi conto di aver colpito qualcuno, perché hanno guardato sotto». E poi: «Nel momento in cui si sono accorti che hanno colpito qualcuno sono scappati». E «solo a quel punto ho sentito uno di loro urlare “Scappa, corri”. Verso corso San Maurizio. E poi a casa, dove ieri hanno bussato i carabinieri.
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