Baby gang al Luna Park: rapina un ragazzino e poi massacra il papà
13 Febbraio 2023 - 07:01
Ha cercato di difendere il figlio da una baby gang che da qualche mese imperversa a Chivasso ed è stato aggredito a calci e pugni. Un pestaggio in piena regola, di cui Marco Pederiva, 49 anni, porta ancora oggi i segni sul volto e le cui conseguenze definitive sono purtroppo ignote: «I medici hanno detto che non possono sapere se avrò danni alla vista fino a quando non potrò aprire l’occhio, che adesso è gonfio per le botte ricevute». Un pestaggio al quale molti hanno assistito senza intervenire e le cui immagini, probabilmente, in questo momento si trovano sui cellulari di alcuni dei baby delinquenti perché, a quanto pare, uno di loro ha filmato con il proprio cellulare gli amici che picchiavano Pederiva. È successo tutto venerdì pomeriggio, intorno alle 17.30, in piazza d’Armi a Chivasso, dove da qualche giorno è stato allestito un luna park. Giostre che hanno attirato due amici di Rivarossa, un 13enne e un 14enne, desiderosi di divertirsi un po’. «È stato mio figlio a telefonarmi in negozio - racconta Francesco Franco, padre del 14enne - era sconvolto e diceva “Corri, corri papà. Stanno ammazzando Marco”. Io mi sono precipitato e al mio arrivo ho trovato Marco con il volto pieno di sangue e solo un paio di giostrai intorno ad aiutarlo». Cosa era successo lo spiega lo stesso Pederiva. «Mio figlio e il suo amico erano alle giostre quando sono stati avvicinati da quattro ragazzini, più o meno della loro età. Gli hanno chiesto un euro e quando loro hanno tirato fuori il portafoglio, gli hanno sfilato i soldi che avevano». Un danno di poco conto: 10 euro a testa. Ma al suo arrivo sul posto per “recuperare” il figlio e l’amico, Marco - su indicazione dei ragazzi - si accorge che uno dei rapinatori è ancora lì che ciondola tra le giostre. «Mi sono avvicinato per chiedergli spiegazioni - racconta -. Non stavo urlando e non avevo un atteggiamento minaccioso. Volevo solo capire per quale motivo se l’erano presa con mio figlio». Tutto poteva aspettarsi, tranne di rimanere vittima anche lui del branco. «In un attimo mi sono trovato circondato - ricorda -. Erano 10-15, tutti maschi, direi tutti tra i 14 e i 16 anni. Mi parevano tutti italiani, forse solo uno era maghrebino. Non ho fatto in tempo ad accorgermi di cosa stesse accadendo: qualcuno, da dietro, ha afferrato il mio cappuccio e mi ha tirato a terra». In pochi secondi, si scatena l’inferno. «Gridavano “Ti spacchiamo la faccia bastardo”, “Vecchio di merda” e altri insulti. Ma soprattutto mi prendevano a calci e pugni, io mi sono messo in posizione fetale per difendermi ma uno di loro è riuscito a colpirmi all’occhio, spaccandomi il sopracciglio». Il luna park a quell’ora era pieno di gente ma nessuno è intervenuto per difendere il 49enne nonostante «il tutto sia durato diversi minuti». Dopo la fuga della baby gang, Pederiva è stato medicato al pronto soccorso, da dove è stato dimesso con 15 giorni di prognosi ma con il dubbio su eventuali danni all’occhio: «È troppo gonfio, non posso aprirlo. Bisogna attendere che sgonfi». Nel frattempo, ha sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Chivasso, che sarebbero già sulle tracce della baby gang. Si tratterebbe di un gruppo di ragazzini della zona, che da qualche tempo imperversa in città, soprattutto nella zona del Bennet, e che potrebbe essere responsabile di altre aggressioni negli ultimi giorni. «Qualcuno deve fermarli - è l’appello di Francesco Franco - prima che compiano qualche atto irreparabile. Il rischio è che accada qualcosa di simile a quanto successo ai Murazzi».
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