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Un nuovo quartiere al posto della Turck, è rivolta contro il progetto: «Rifatelo»

Turck

Le superfici non occupate dagli edifici industriali dell’ex merlettificio Turck sono state ripulite nelle scorse settimane dalle proprietà della grande area compresa tra il Lemina e il Moirano. Un’azione che il Coordinamento Associazioni Pinerolesi ha interpretato come “propedeutica” alla firma della convenzione tra l’Amministrazione Comunale e le proprietà private, per dare attuazione alle previsioni urbanistiche previste nel Piano Esecutivo Convenzionato (Pec). «L’apertura di un grande cantiere, il più grande negli ultimi decenni di storia recente di Pinerolo, che consegnerà alla città un nuovo quartiere si inserisce in una situazione di crisi del mercato immobiliare pinerolese» commentano dal coordinamento.

Il progetto prevede un insieme di alloggi che ospiteranno fino a un massimo di 795 abitanti, un parco urbano da 21mila mq, attività terziarie e alcuni alloggi in due torri da 9 piani. Dell’ex fabbrica resteranno solo alcune parti. «Sarà distrutta la testimonianza più significativa di archeologia industriale del pinerolese e sarà deteriorato lo skyline della città. Sarà compromessa la viabilità dell’intero asse di corso Piave e vie limitrofe. Si correrà il rischio del determinarsi di un “cono d’ombra” a discapito della qualità della vita dei frequentatori, in orario scolastico, dei plessi posti lungo la via Serafino».

«Non è cambiato nulla rispetto a quanto già approvato nella scorsa consiliatura - conferma dal canto suo il sindaco Luca Salvai -. Speriamo si arrivi in fretta alla stipula della convenzione. Noi siamo pronti, dobbiamo solo controdedurre ad alcune osservazioni e concludere la procedura di esclusione dalla Valutazione ambientale strategica».

Preoccupate per il destino dell’area, le associazioni hanno avanzato alcune proposte: «Fermare il procedimento in corso dello Strumento Urbanistico Esecutivo e ripensare le caratteristiche dell’intervento, conservando l’intera struttura dell’ex merlettificio Turck, riducendo le capacità edificatorie, l’altezza degli edifici e renderla così coerente con le altezze medie degli edifici esistenti, allontanando le nuove costruzioni dai plessi scolastici di via Serafino, prevedendo l’inserimento di una quota di edilizia residenziale pubblica, per le fasce di popolazione altrimenti in difficoltà economica nell’accesso alla casa».

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