l'editoriale
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06 Marzo 2023 - 08:08
«Hanno devastato la mia auto senza che nessuno li bloccasse e senza avvisare noi residenti, preventivamente. Ho deciso di procedere con una denuncia, per danneggiamento, contro il sindaco, il questore ed eventualmente il Comitato per l’ordine e la sicurezza, che non ha fatto nulla per evitare questi disordini annunciati». È un’intenzione reale - che probabilmente si concretizzerà questa settimana - quella di uno dei residenti di via della Consolata che sabato sera, dal balcone di casa, ha assistito alla furia di un gruppo di incappucciati neri, armati di mazze e pietre, che hanno sfondato il parabrezza e rotto varie parti della sua macchina. «Sono sceso, a un certo punto, rischiando la vita - spiega - e ho visto un carabiniere, molto grosso. Se avesse potuto, li avrebbe fermati. Stava in silenzio, come doveva fare. Se non era possibile arrestarli, mi chiedo, perché nessuno, nei giorni precedenti, non ha avvisato tutti noi? Avremmo spostato le auto, ci saremmo cautelati, così come il barista a cui hanno spaccato la vetrata».
L’uomo che si appresta a denunciare i vertici della Città non è l’unico a covare un forte senso di rabbia. All’ingegnere Paolo Ruggeri è capitata la stessa cosa. Auto sfracellata, o quasi, in piazza Savoia. «Avevamo sentito che c’era qualcosa - spiega - ma ho l’ufficio qui e di manifestazioni ne ho viste tante. Una cosa così, non era mai successa». «Ci siamo affacciati dal balcone - prosegue - e abbiamo visto che devastavano la macchina con martelli e pietre e che bucavano le gomme coi coltelli, la polizia non c’era». In realtà le forze dell’ordine erano presenti, ma davanti e dietro al corteo. Una strategia mirata a fare defluire la fiumana di antagonisti verso corso Regina, secondo la questura. «È una scelta però poco comprensibile per i cittadini che ora devono pagare i danni», rimarca l’ingegnere, che conclude: «Ci hanno abituati da piccoli a credere nello Stato. Ma sabato sera, dov’era?». «Non siamo scesi perché ci avrebbero uccisi», aggiunge la sua compagna, dopo una notte insonne.
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