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«Se la scuola Balbis chiude anche il quartiere è a rischio»

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Megafoni, striscioni e un coro unanime: «Salviamo la Balbis». E’ sceso in strada il quartiere Cavoretto, per difendere la Balbis di via Nuova, l’unica elementare del quartiere, dal rischio chiusura. In cinquanta si sono ritrovati in via Coazze davanti all’Ufficio scolastico regionale, l’ex Provveditorato, per chiedere di istituire una classe prima anche nel prossimo anno scolastico e scongiurare la serrata della scuola. Con loro, anche il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano, e il parroco, don Maurizio De Angelis. “La Balbis è vita per Cavoretto”, uno degli striscioni attaccati ai cancelli, prima che una delegazione - composta dai genitori, dal presidente Miano e dal parroco - salisse negli uffici nell’ex Provveditorato. «Cavoretto si sta ripopolando di bambini, dopo la pandemia il borgo si è rianimato e mantenere in vita la Balbis è importantissimo. Se chiudesse, sarebbe un problema anche per il quartiere, in primis per i negozi», sostiene Alessandro Calastrini, ex allievo e con due figli piccoli che dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, frequentare la scuola.

In sintesi, meno bambini, meno mamme e papà che arrivano nel borgo per fare acquisti, ad esempio. «Non comprendo la chiusura di una scuola che è sempre stata un’eccellenza per il quartiere», sostiene Giorgio Roetto, presidente di Fib Torino ed ex allievo. Dopo il sit-in, nel pomeriggio i genitori della Balbis, insieme a quelli della Fioccardo, hanno avuto una riunione alla Matteotti di corso Sicilia, alla presenza della preside Veronica Ancona, per cercare di trovare una soluzione e istituire il prossimo anno una classe prima con venti alunni, gli otto della Balbis più i dodici della Fioccardo. «Confidiamo di trovare a una soluzione. Se così non fosse - afferma Massimiliano Miano - faremo una grande campagna informativa per riavere di nuovo una prima dall’anno scolastico 2024-25».

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