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L’ospedale della rabbia al parco della Pellerina: «Hanno sfalsato i dati»

Salviamo la Pellerina

Sconfortati. Annoiati. I volti dei torinesi che ieri pomeriggio si sono dati appuntamento in Comune per ascoltare l’illustrazione del progetto del nuovo ospedale della Pellerina parlano chiaro.

A prendere la parola per primo è l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni. E sciorina tutte le tappe che hanno portato alla scelta dell’ospedale nel parco di Torino nord. «Mi dilungo per trasparenza» si giustifica l’assessore. E le sopracciglia di chi ascolta si aggrottano, le facce poi si fanno tirare quando viene chiaramente detto che la parte dell’area delle giostre non basterà. «Sborda nel parco» spiega Mazzoleni. Per 13mila metri quadrati, per la precisione. «È una opzione che non intendiamo accettare» sottolinea Claudio Cerrato (Pd), presidente della commissione Ambiente. E’ poi quando il capogruppo dei Cinque Stelle Andrea Russi parla di «Scelta vergognosa» che scoppia un applauso fragoroso in sala Carpanini. Scene non comuni durante una commissione consiliare, che danno il polso di quanto la scelta di edificare il nuovo ospedale nel parco crei malcontento e accenda il dibattito politico.

Salviamo la Pellerina “Salviamo la Pellerina”.  Un manifesto appeso dai comitati dei cittadini dà il via alla protesta fuori dal Municipio contro il progetto.  «Si parla tanto di ambiente e poi distruggono un parco?» tuona Roberta Contratto. «Sapete come si chiamano queste? Eco balle». Hanno preso parte alla manifestazione anche diversi consiglieri del Movimento Cinque Stelle. «Questa è una delle peggiori idee che questa amministrazione abbia avuto. Peraltro l’unica realmente sua» commenta il coordinatore cittadino ed ex assessore comunale all’ambiente Alberto Unia.

Cinque criticità  Lo stesso assessore Mazzoleni non nasconde una certa preoccupazione e parla di cinque criticità evidenti del progetto. «La prima - attacca - riguarda il rischio idrogeologico che interessa quell’area della città». Tant’è che l’uso della Pellerina «per grandi strutture viene limitato allo stretto indispensabile» sottolinea. Lo studio dinamico presentato dal Comune poi rende evidente il rischio di inondazione. Tra i punti di debolezza figurano poi le «mancanti compensazioni ambientali», un modello chiaro che illustri i benefici energetici del nuovo nosocomio e la nuova destinazione dei presidi sanitari che andranno dismessi, vale a dire Amedeo di Savoia e Maria Vittoria.

Dati sfalsati  La scelta è ricaduta sulla Pellerina in seguito a una analisi comparativa dall’Asl che, tenendo conto di una serie di parametri - quali la “localizzazione del sistema sanitario urbano”, il numero della “popolazione residente”, la “bonifica” eventuale del suolo e altri - ha redatto una sorta di classifica dei siti disponibili. Al primo posto, con 416 punti figura il parco. Ma appena dietro ci sono l’area dell’ex macello (399 punti) e l’area di corso Regina (397).

«A mio giudizio i dati sono sfalsati» denuncia Russi. I numeri sarebbero stati gonfiati in favore della Pellerina e nell’ottica di rendere meno appetibili sia l’area di via Traves e dell’ex fabbrica Thyssen. «Come mai?» domanda inquisitorio Russi. «Mi dà molto fastidio pensare che ci sia un trucco. E’ inaccettabile» conclude Mazzoleni.

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