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14 Novembre 2021 - 13:00
Fu con le note de l’Aida di Giuseppe Verdi che fu salutato il taglio del Canale di Suez, avvenuto il 17 novembre 1869. Realizzato dal francese Ferdinand de Lesseps su progetto dell’ingegnere italiano Luigi Negrelli, il Canale consiste di due tratte, a nord e a sud dei Laghi amari: è uno dei due fondamentali canali marittimi (l’altro è quello dell’Istmo di Panama) ed il più antico tra essi. Ci avevano già provato gli egizi del faraone Necao II, ma nonostante l’ingegno del popolo delle piramidi non fu possibile cavare un canale di queste dimensioni, che fu completato sotto i persiani di re Dario.
Il canale, che collegava il Mar Rosso al Nilo, fu usato ancora in età ellenistica e nell’epoca della Roma repubblicana, ma progressivamente venne inghiottito dalle sabbie e divenne, pertanto, inutilizzabile. Si continuò a parlare di ripristinare il canale per secoli: nel Cinquecento, gli ingegneri idraulici della Repubblica di Venezia, che di acqua se ne intendevano, avevano iniziato un dialogo con i funzionari che controllavano l’Egitto per conto dei turchi ottomani, al fine di scavare un canale che sarebbe stato utile a tutti. Napoleone, nel 1799, diede ordine di progettare il canale che, però, non fu realizzato perché gli ingegneri francesi dedussero che l’opera sarebbe stata troppo ardita, troppo costosa e quindi poco utile da un punto di vista di ritorno immediato. Nell’Ottocento, però, questo antico sogno divenne realtà. Per l’epoca, fu considerata una delle opere più importanti mai realizzate dall’uomo. Si era in piena età positivista e il taglio del Canale di Suez fu celebrato come un fondamentale trionfo della scienza, che poteva piegare ai suoi voleri anche la riottosa geografia.
Il taglio del Canale significò anche una ventata di rinnovato interesse per l’antico Egitto: non a caso, fu proprio in questa occasione che Verdi scrisse la sua celebre opera Aida. L’egittologia divenne una disciplina di gran moda e l’Egitto, territorio altrimenti povero e di scarso interesse per gli europei, iniziò ad esercitare un certo fascino nel Vecchio Continente. Basti pensare che a Torino fu realizzata una singolarissima scenografia per il carnevale del 1870,il Bogorama, un curioso diorama che percorreva in un’unica visuale le principali città d’Italia a partire da Bardonecchia fino all’Egitto delle piramidi; il tutto accompagnato da musica e dalla viva voce degli artista che avevano rappresentato l’opera colossale. L’interesse dell’Italia per il canale egiziano era ben comprensibile, poiché il nostro paese aveva fornito alcuni importanti cervelli per la realizzazione dell’opera. L’altra nazione protagonista dell’impresa fu la Francia: il 17 novembre 1869 il panfilo francese Aigle, con a bordo l’architetto Ferdinand de Lesseps e l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, aprì il corteo di navi che inaugurò il canale appena costruito. Il mondo, improvvisamente, diventò più piccolo.
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