l'editoriale
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09 Gennaio 2022 - 08:48
Ve li immaginate il Tamigi e la Senna completamente gelati? E la costa Nord della Francia ghiacciata come, oggi, sono le coste del Canada o della Russia? Uno scenario da era glaciale. Ed effettivamente è quello che è avvenuto, tre secoli fa, nel gennaio 1709, l’anno passato alla storia come il più freddo degli ultimi 500 anni. A partire dal 10 gennaio, l’Europa fu investita da una eccezionale ondata di gelo proveniente dalla Russia; un freddo così persistente che in molte regioni i ghiacci si sciolsero soltanto ad aprile. I paesaggi di Germania, Francia, Inghilterra e Italia divennero simili a quelli della Siberia: si ghiacciarono le fontane, i canali, tutti i fiumi compresi quelli di portata maggiore. Le fonti rivelano che in Italia ghiacciarono completamente anche i laghi più grandi: quello di Como, il Maggiore e il Garda divennero immense piste di pattinaggio.
Nei porti di Genova e Venezia le imbarcazioni furono addirittura intrappolate dai ghiacci, trasformando l’Italia in una provincia del profondo Nord. Le temperatura in alcune aree del Vecchio Continente precipitarono anche a 30 gradi sotto zero: nelle campagne tedesche si toccarono anche i -35 gradi, Berlino rimase a -29; a Parigi si ebbero -25 gradi, a Venezia -17. Nel mentre vere e proprie bufere di neve spazzarono le pianure italiane e francesi; Roma fu sommersa da oltre un metro di neve. Un inferno di freddo che devastò un’economia ancora in larga parte agricola: le gelate sterminarono le colture, facendo del 1709 un anno di terribile carestia. Per fortuna talvolta le temperature di quello spaventoso inverno risalirono; ma raramente si risalì sopra lo zero, ed ormai i danni alla vegetazione ed agli animali erano così ingenti da compromettere la sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone. Non si sa quanti morirono nell’inverno 1709, ma il numero fu sicuramente degno di nota.
Oggi può sembrare impossibile che si replichi il freddo del 1709, ed effettivamente pare che le cose stiano evolvendo verso inverni sempre più caldi; a prescindere dalla controversa ipotesi di surriscaldamento globale di origine antropica, bisogna dire che il mondo nel Settecento stava attraversando una piccola era glaciale (così la definiscono gli storici). Gli inverni erano in genere decisamente freddi e le estati erano fresche; sembrava di essere sempre in montagna. La piccola era glaciale, che finì nell’Ottocento, segnò profondamente l’Europa: a partire dal 1850, i ghiacciai iniziarono a ritirarsi e il freddo progressivamente scomparve; oggi al contrario dobbiamo risolvere problemi legati ad un eccessivo calore, ma non dimentichiamo che, nella storia, le “piccole ere glaciali” possono ritornare, perché ciclicamente il mondo ha attraversato periodi caldi e periodi freddi, che si susseguono da milioni di anni in modo del tutto naturale.
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