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12 Marzo 2023 - 07:20
Dieci anni con papa Francesco. Il pontificato del pontefice argentino che parla piemontese giunge al suo decennale: era il 13 marzo 2013 quando Jorge Mario Bergoglio si affacciava vestito di bianco alla balconata di piazza San Pietro. Fu una grande gioia. In Italia, i bambini di nome Francesco aumentarono di un terzo in quel fatidico 2013 (coincidenze?). Era il papa delle novità: primo pontefice argentino ed americano in generale. Primo pontefice proveniente dalla Compagnia di Gesù. Primo papa a non scegliere un nome pontificale già utilizzato da un suo predecessore. E la lista dei record, piccoli e grandi, potrebbe continuare. Anche dei record che hanno suscitato una certa perplessità negli ambienti cattolici.
Come quando, nel 2020, depennò l’espressione “Vicario di Cristo” tra i titoli propri del romano pontefice. Tra i vaticanisti, una cosa è certa: con Francesco le sorprese sono dietro l’angolo, perché nessuno sembra davvero in grado di poterlo prevedere. Non ci si annoia mai. Così, anche stilare un bilancio degli ultimi dieci anni di pontificato è un’impresa ardua, tanto più in tremila battute. Una cosa, però, sembra certa: l’inversione di tendenza del Vaticano a guida Bergoglio rispetto al pontificato di Benedetto XVI è stata totale; e questo, a dispetto del profluvio di dichiarazioni sulla continuità dei due papi.
La cesura è stata netta, e si è manifestata fino ai funerali in sordina di Joseph Ratzinger. Le direzioni impresse alla Chiesa erano opposte: da un lato, lo strenuo (e fallito?) tentativo di Benedetto XVI di salvare l’Europa per salvare il cattolicesimo; dall’altra, la constatazione di Francesco del naufragio inevitabile del Vecchio Continente, e quindi della necessità di cercare fortuna nelle periferie del mondo. Periferie a volte poco comprensibili anche dagli stessi “addetti ai lavori”. Parallelamente, si è assistito alla totale inversione di tendenza rispetto a Benedetto anche sull’interpretazione del romano pontefice: dove il papa tedesco aveva tentato di restituirgli dignità regale e sacra, Francesco ha decisamente inteso il papato come un incarico terreno, tentando la via del papa alla mano, il papa della porta accanto. Con risultati poco gratificanti: nella Chiesa il disordine e la confusione sono tangibili e nessun segnale sembra annunciare l’alba dopo la notte. Anzi. In Sud America il cattolicesimo sta perdendo il suo secolare primato, a vantaggio del protestantesimo. In Europa, la preoccupazione delle diocesi è come sopravvivere non al prossimo secolo, bensì ai prossimi dieci-vent’anni, quando i preti si conteranno sulle dita di una mano.
E in Italia la situazione non è che sia migliore, con seminari semideserti. Bergoglio, con il suo affabile “buonasera!” aveva saputo suscitare una grande speranza nei cattolici di tutto il mondo. L’impressione è che stia consegnando al suo successore una Chiesa più sofferente di prima. Colpa della secolarizzazione imperante o della secolarizzazione della Chiesa?
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