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AMARCORD
13 Maggio 2023 - 21:35
La salita al trono di Luigi XIV, il Re che fece grande la Francia
14 maggio 1643 - Furono Anna d’Austria e il cardinale Mazzarino a reggere le sorti
n Charles Bouvard era un medico in gamba. Forse, il migliore di Francia, tant’è che era stato nominato archiatra di corte e godeva di particolari privilegi. Onori che si tramutavano anche in oneri, come quando, nel maggio 1643, fu chiamato a curare lo sfortunato Luigi XIII, sofferente di enterite. Il re era giovane (aveva 42 anni) e di tempra abbastanza robusta. Eppure, anche il fisico più resistente non avrebbe retto alla cura (se così possiamo chiamarla) prevista dal Bouvard: il medico sottopose il re a 34 salassi, 1200 clisteri e 250 epurazioni nel giro di pochi giorni. La medicina dell’epoca, che si basava sul principio galenico dell’equilibrio dei liquidi all’interno del corpo, prevedeva regolarmente i salassi.
Dei veri toccasana, secondo i dottori (che infatti erano scrupolosamente evitati dalle persone di buonsenso). Ma nel caso del re di Francia? Luigi XIII fu ammazzato dallo scrupolo del suo dottore, morendo il 14 maggio 1643; curiosamente, lo stesso giorno in cui uno squilibrato aveva ammazzato suo padre Enrico IV, 33 anni prima. Insomma, il 14 maggio non era un giorno fortunato per i re di Francia. Luigi XIII lasciava un figlioletto di nemmeno cinque anni, il giovane Luigi XIV. Ovviamente, un bambinetto non poteva governare la Francia; e così, in sua vece, furono la madre Anna d’Austria e il cardinale Giulio Mazzarino a reggere le sorti dello stato. Quel bambino, però, non fu un Luigi qualunque (uno dei 18 che si succedettero al trono di Francia). Fu Luigi il Grande, il riformatore dello Stato francese e il creatore del sogno della monarchia assoluta, quella nella quale tutto l’apparato statale funzionava in virtù del re e per il re. Il 14 maggio 1643 moriva la monarchia ma, come affermava il motto, si inneggiava subito ad un nuovo re che, nella circostanza, fece della Francia la grande Francia, quella che tenne le redini dell’Europa per un secolo e che dettò le linee della cultura, della moda, del gusto, del buon vivere.
Re Luigi diffuse la moda delle parrucche monumentali, propose Versailles come modello per le corti di tutta Europa, impose il francese come lingua franca della diplomazia ed ebbe il chiodo fisso di espandere la gloria della Francia anche oltre i confini della Francia stessa. Un leit motiv della storia francese, da Carlo Magno fino a Napoleone. Ma si può dire che la grandeur che ancora oggi contraddistingue i cugini d’Oltralpe nacque con Luigi: e ciò fu possibile perché il Re Sole, come fu chiamato, ebbe il regno più lungo della storia: sino al 1715, quando morì a 77 anni, divorato dalla gotta, contro la quale anche i salassi dei più ricercati medici di Francia non poterono fare nulla. Un regno di 72 anni e 110 giorni (succede, quando si sale al trono a quattro anni…) nel quale Torino giocò un ruolo non da poco: davanti alle mura della nostra città l’esercito del re più potente del mondo fu sbaragliato dalle truppe del duca di Savoia e di suo cugino, comandante l’esercito imperiale. Era il 1706, e davanti alla piccola Torino la luce del Re Sole fu per un attimo oscurata.
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