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Due Papi dichiarati decaduti
Al loro posto Alessandro V

Tra Tre e Quattrocento i pontefici erano divisi tra Roma e Avignone

Due Papi dichiarati decadutiAl loro posto Alessandro  V

Dal 2013 e fino al 31 dicembre 2022, la Chiesa Cattolica ha visto l’inedita coabitazione di due pontefici. Le dimissioni di Benedetto XVI avevano infatti comportato l’istituzione della figura del papa emerito, dai confini ancora non ben chiari; soprattutto, gli specialisti di cose ecclesiastiche avevano ragionato per anni sulle competenze alle quali Ratzinger aveva abdicato: soltanto alle gestione politica del Vaticano o anche alla cura pastorale delle anime in quanto successore di Cristo? Domande non da poco, cavilli per qualcuno ma crucci per altri.

Ebbene, tra Tre e Quattrocento in Europa si assistette ad una situazione analoga e molto più complessa, perché perdurò per decenni dividendo la cristianità tra i sostenitori dei papi romani e tra i sostenitori di quelli francesi, con sede ad Avignone. I fatti erano i seguenti: ad inizio Trecento il re di Francia Filippo IV detto il Bello aveva recapitato a papa Clemente V un biglietto di sola andata per Avignone, consegnando al pontefice un sontuoso palazzo (il palazzo dei papi, ancora esistente) affinché potesse risiedere nella Francia del sud in tutta tranquillità.

Ovviamente, sotto la protezione del monarca francese. Clemente ed i suoi successori si erano ben guardati dal tornare a Roma. E questo per due motivi: il primo, perché Roma nel Medioevo era tutto fuorché una città facile da governare; poi, perché i re di Francia abilmente manipolarono i cardinali affinché eleggessero sempre pontefici francesi. Insomma: i papi del XIV secolo furono tutti o quasi d’Oltralpe. L’unico italiano, Gregorio XI, fece armi e bagagli e tornò quanto prima in Italia, incalzato dalle suppliche di santa Caterina da Siena. Alla sua morte, i cardinali francesi non riconobbero il suo successore italiano e iniziò lo scisma: fu eletto un nuovo papa gradito ai francesi e i cattolici d’Europa dovettero scegliere il papa migliore cui affidarsi.

Le due fazioni continuarono a fronteggiarsi, dando un pessimo esempio alla cristianità, mentre i cardinali tentarono di mediare tramite il sistema dei concili. Ne furono organizzati parecchi, fino a quello che parve risolutore, indetto a Pisa. Qui, il 26 giugno 1409 furono dichiarati decaduti i due contendenti e ne fu eletto un terzo, papa Alessandro V. La speranza era che questa scelta permettesse di risolvere lo scisma. Macché. Entrambi i contendenti (Gregorio XII a Roma e Benedetto XIII ad Avignone) continuarono a considerarsi i papi legittimi e, di fatto, la cristianità guadagnò un nuovo papa. Il terzo. Fu l’unico caso nella storia di co-esistenza di tre papi simultaneamente.


Un garbuglio dal quale fu molto difficile uscire. Lo scisma ebbe fine soltanto con l’elezione di papa Martino V nel corso del concilio di Costanza (svoltosi tra il 141 ed il 1418). L’autorità papale ne uscì profondamente indebolita: dopo la lunga parentesi dello scisma, venne meno l’assolutismo papale tipico del Medioevo.
g.e.cav.

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