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21 Giugno 2022 - 08:21
“Attenti al lupo” cantava Lucio Dalla. Ma forse in un prossimo futuro, sulle nostre montagne, saranno i lupi a dover cantare, pardon ululare, un “Attenti all’uomo”.
La Regione Piemonte ha infatti chiesto un incontro urgente al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per definire le azioni che la Regione Piemonte possa mettere in atto per contenere l’aumento delle attacchi agli animali di allevamento e il problema dell’avvicinamento del lupo alle zone abitate.
Nelle scorse settimane il ministero, in collaborazione con Ispra e con i ricercatori del progetto Life Wolf Alps Eu, ha reso pubblico il primo monitoraggio nazionale del lupo condotto tra il 2020 ed il 2021. I numeri che sono emersi da questo studio stimano tra gli 800 e i 1.100 i lupi presenti nelle regioni alpine, in particolare nelle zone del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta. Nella lettera inviata al ministero il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, afferma che si tratta di «numeri preoccupanti» che richiedono «la necessità di un tempestivo intervento del ministero» in quanto «la soluzione al problema non è ormai più procrastinabile».
Per la Regione questi sono numeri assolutamente insostenibili. «Si continua a registrare un aumento di segnalazioni da parte di amministratori locali, associazioni di allevatori e pastori di avvistamenti e attacchi anche ad animali domestici in aree densamente popolate». Insomma, la presenza del lupo sui nostri monti «non è più un fenomeno isolato» e «richiede l’approvazione in tempi rapidi del “Piano lupo nazionale” ed una strategia condivisa ed efficace per il controllo di lupi ed ibridi». Le parole “caccia” e “abbattimento” non sono pronunciate ma aleggiano inequivocabilmente sul futuro dei lupi nei nostri boschi.
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