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Colloqui di pace

Putin respinge l’ultimatum, Trump valuta tappa a Istanbul per i colloqui di pace

Nel frattempo Zelensky, invita Papa Leone XIV a Kiev: “Porterebbe speranza”

Putin respinge l’ultimatum, Trump valuta tappa a Istanbul per i colloqui di pace

Donald Trump ha contattato direttamente Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per sollecitare un’immediata ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina. Il contesto si fa sempre più intenso alla vigilia dell'incontro previsto a Istanbul giovedì 15 maggio, il primo confronto diretto tra Mosca e Kiev da oltre tre anni.

Secondo l'agenzia turca Anadolu, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha avuto un colloquio telefonico con il collega russo Serghei Lavrov, durante il quale sono stati discussi gli sforzi in corso per promuovere la pace. L'appuntamento di Istanbul, sostenuto anche da Trump, si presenta come una potenziale svolta.

Tuttavia, il Cremlino ha già gelato le speranze: Vladimir Putin ha definito “inaccettabilel’ultimatum lanciato da Kiev, sostenuto dai cosiddetti “Volenterosi”, che chiedevano un cessate il fuoco di 30 giorni con la minaccia di ulteriori sanzioni in caso di rifiuto. “Non è questo il modo di rivolgersi alla Russia”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov.

Nonostante la tensione, Trump si è detto fiducioso che l'incontro a Istanbul possa produrre “un buon risultato”. Durante la sua partenza per l’Arabia Saudita, ha lasciato intendere di voler fare una tappa anche in Turchia: “Ci sto pensando. Potrei esserci, se le cose lo richiedono”. Secondo l'ex presidente americano, entrambi i leader, Putin e Zelensky, potrebbero partecipare ai colloqui.

Per ora, solo Zelensky ha confermato la sua presenza. Il presidente ucraino ha anche avuto una prima, calorosa conversazione telefonica con Papa Leone XIV, a cui ha rinnovato l’invito a visitare Kiev. “La sua presenza porterebbe speranza a tutto il nostro popolo”, ha detto il leader ucraino, sottolineando l’importanza di una missione apostolica in un momento così delicato.

Zelensky ha ribadito la volontà dell’Ucraina di perseguire una pace duratura: “Siamo pronti a negoziare in ogni formato, inclusi colloqui diretti. Ci auguriamo che la Russia faccia la sua parte”. Ha inoltre confermato l’accordo con i partner occidentali per un cessate il fuoco completo e senza condizioni della durata di almeno 30 giorni.

Trump, dal canto suo, ha voluto sottolineare l’importanza dell’incontro di giovedì: “Non era previsto, ma ho insistito perché si facesse. Ha il potenziale per cambiare le cose”.

Zelensky ha accolto con favore le parole di Trump e ha rilanciato: “Io ci sarò. Mi auguro che anche la Russia accetti l’invito. Spero che Trump venga a Istanbul: è la mossa giusta”. Ha anche ribadito il suo appoggio alla proposta di tregua, respinta dal Cremlino.

Dalla Russia, però, arriva un secco no agli ultimatum. Peskov ha precisato che Putin è aperto a negoziati, ma solo per una soluzione duratura, non per una tregua temporanea imposta sotto minaccia. “La Russia non accetta il linguaggio delle imposizioni”, ha ribadito.

Intanto, a Londra, i ministri degli Esteri europei (tra cui Antonio Tajani), riuniti nel formato Weimar+ allargato all’Ucraina, hanno espresso scetticismo sulla reale volontà di Mosca di giungere alla pace. Preoccupano soprattutto i recenti attacchi con droni che hanno colpito diverse città ucraine, tra cui Sumy, causando almeno una vittima. “Non sono segnali incoraggianti”, ha commentato il ministro degli Esteri italiano.

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