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Se fosse stato Ursulo

CasoAnkara
I fatti del “sofagate”, come è subito stato battezzato il caso Ankara sui social, li sapete: ad un incontro ufficiale con una delegazione Ue, il presidente turco Erdogan ha fatto predisporre solo due poltrone, una per sé e l’altra per il Presidente del Consiglio Ue Charles Michel. La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha dovuto accomodarsi su un divano, a una certa distanza. Uno sgarbo protocollare clamoroso.

A parte le battute sui social (la migliore è stata: “In Turchia è sempre stato difficile sedersi, lo dimostrano i loro cessi”), c’è stato chi s’è indignato, come il nostro Mario Draghi, che ha definito Erdogan “dittatore”, e chi ha ricordato a Draghi che Erdogan è stato eletto senza che nessuno contestasse quelle elezioni, mentre lui no, è stato solo cooptato da Mattarella.

Ma parlare di elezioni per sdoganare i dittatori è ridicolo: anche Hitler e Mussolini furono eletti a larghissima maggioranza. Putin governa la Russia dal 1999, Lucashenko tiene sotto i piedi la Bielorussia dal ’94, entrambi con consensi plebiscitari. Erdogan ha solo lasciato intravedere la pelle del lupo sotto il travestimento da agnello. Fino ad ora il mondo davanti alle sue prepotenze aveva nascosto la testa nella sabbia come gli struzzi.

Sterminasse pure i curdi, destabilizzasse la Siria, aggredisse la Grecia, usasse i migranti per ricattare l’Europa, incarcerasse gli oppositori. Tutto ok. Adesso s’indigna per una sedia negata a una signora? Certo. Nel clima tardofemminista e politicamente corretto delle desinenze cambiate, delle quote rosa, dei MeToo e dei cat calling, è stato un atto insopportabile. Se Ursula fosse stata un uomo, non l’avremmo neanche saputo.

collino@cronacaqui.it
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