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Amaro Lucano

Lucano
Secondo me Mimmo Lucano sarà assolto in appello e la condanna a 13 anni e 2 mesi che gli hanno inflitto l’altro giorno resterà solo un monito per chi volesse ripercorrere le sue scorciatoie nell’accogliere gli immigrati. Sarebbe, se non più giusto, più equilibrato, perché una condanna simile (il doppio di quanto chiesto dal Pm) lascia perplessi. Solo 10 mesi di meno dei 14 anni inflitti a Omar, il ragazzo che nel 2001 a Novi uccise a coltellate, insieme all’amante Erika, la madre e il fratellino undicenne di lei.

Un assassinio in cui – come assicura la Pm Locci – non c’entravano né l’alcol né la cocaina, come si disse, ma solo freddo rancore. Un duplice delitto aggravato dalla stretta parentela e dall’accanimento (il fratellino fu inseguito e finito nel bagno del piano di sopra dove lottò con la forza della disperazione). Una mattanza della quale i due non si pentirono mai (o se lo fecero non lo dissero).

Dare altrettanto a un poveraccio come Lucano sembra esagerato. Ma l’avete visto in Tv? Ci mancava poco che piangesse. Col suo accento paesano, la sua faccia contadina, gli occhi smarriti… Non una parola di polemica, solo d’incredulità. Dei ‘delitti’ ascrittigli è davvero colpevole, ma lui non li percepiva come tali. Non gli è rimasto in tasca un centesimo di quanto ha ricevuto e speso per il suo ‘sistema Riace’.

Imbrogliava sui matrimoni, falsificava documenti, inventava lavori, pasticciava coi soldi pubblici, ma solo per aiutare i clandestini. Il suo progetto (ripopolare i paesi vuoti del sud con gli immigrati) era ed è sbagliato perché non funziona, tant’è vero che, finiti i soldi, Riace si è svuotata di tutti gli stranieri. Ma tredici anni di galera sono troppi.

collino@cronacaqui.it
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