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Il sinodo del cadavere

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Avete mai sentito la storia del “sinodo del cadavere”? Vi risparmio gli antefatti e le ragioni dell’uno e dell’altro, fatto sta che un papa (Stefano VI) fece riesumare il cadavere del suo predecessore (Formoso, morto 10 mesi prima) per processarlo. Correva l’anno 897. Formoso fu vestito dei paludamenti pontifici e messo sopra un trono nella sala del concilio. Dopo un dibattimento pseudogiuridico (accusa, difesa, c’era tutto) il cadavere fu riconosciuto colpevole e condannato. I paramenti gli furono strappati di dosso, gli furono recise le tre dita della mano destra con le quali i papi sogliono benedire, fu gettato fuori dall’aula, trascinato per le vie e buttato nel Tevere fra le urla della plebaglia. C’è una certa analogia fra Formoso e lo spettro del fascismo, morto 80 anni fa ma continuamente riesumato dai rossi e rivestito dei suoi paramenti perché la gente lo condanni e ricondanni. Il pericolo che risorga non esiste, ma è ventilato di continuo dai rossi per mantenere il potere. Il fascismo è ormai una mummia come Formoso, magari simpatica a qualcuno, ma stradefunta come lo schiavismo o il colonialismo, e non bastano quattro saluti romani a farla risorgere. Ma la sinistra la tiene seduta nel banco degli imputati perenni e pretende dai leader di destra abiure e condanne. La differenza tra le due mummie è che Formoso, condannato, finì nel fiume e da lì nella storia, mentre il fascismo serve troppo ai rossi per essere buttato in acqua. Il ‘sinodo del cadavere fascista non deve finire mai. In cambio quello del cadavere comunista non comincia neanche. Il comunismo sta benissimo. Altro che cadaveri e abiure: alle ultime elezioni c’erano ben 4 liste falce e martello.

collino@cronacaqui.it
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