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Trifole? Mac da nufié

Gangasagar transit camp, Babughat, Kolkata, India

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Ho scoperto che esiste il respirianesimo. È una tecnica di alimentazione che permette di nutrirsi di sola aria. Non balzate sulla sedia: non è l’ultima diavoleria escogitata dall’Inps per quando saranno finiti i soldi per le pensioni. Dicono che sia una pratica antichissima “molto diffusa in India”. Parte dal postulato che il corpo umano per sopravvivere ha bisogno solo di energia, e che quest’ultima non si trova solo negli alimenti, ma anche nell’aria sotto forma di “prana” (termine sanscrito che significa “vita”, “respiro” e “spirito”) .

Si tratta in pratica di nutrirsi solo col naso, assorbendo dall’aria gli atomi che compongono la materia circostante, e bevendo solo acqua. Il guru di questa setta è il 50enne Nicolas Pilarsz, che vive nelle Marche e non mangia (dice lui) da otto anni. Ma non si può cominciare così, per curiosità. Devi avere a fianco un adepto che ti assista (in Italia ce ne sarebbero già 1300), poi cominci con la dieta vegana, passi alla fruttariana-crudista e arrivi al digiuno intermittente, dopo di che voilà, pitti solo aria con la canapia.

Per fortuna il guru dice che ‘non tutti sono adatti’, altrimenti ci sarebbe da chiedersi perché Domineddio ci ha dotati di denti, stomaco e intestino. Chi vuole provare, si accomodi. Non mancano esempi di asceti e fachiri che sono giunti a limiti incredibili di controllo del corpo, digiuno, veglia e privazioni. Fa tutto parte di quell’ideale “distacco” dai piaceri terreni (consigliato in tutte le chiese) che aprirebbe la mente alla Vera Conoscenza. Niente sesso, poco sonno, zero cibo. Peccato che di vita, per quel che si sa con certezza, ne abbiamo una sola. Vogliamo proprio passarla come morti per prepararci al dopo? Io no.

collino@cronacaqui.it
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